Anche il Movimento 5 Stelle, il partito di Giuseppe Conte, esattamente come quello di Matteo Salvini, ha presentato un programma poderoso, fatto di ben 250 pagine (è forse per agevolare gli elettori che è stata divulgata anche una versione breve: la trovate qui) che consta di sole 13 pagine. Ma cosa dice il vigoroso fardello su cibo, agricoltura e acqua?
Prima di passare alla lettura, una premessa doverosa: nei giorni che precedono le elezioni politiche, i programmi elettorali dei partiti vengono scandagliati in lungo e in largo per comprendere quali sono le intenzioni delle singole realtà in merito alle questioni più importanti e divisive. Per la prima volta abbiamo deciso anche noi di entrare nel vivo della discussione chiedendoci se nei programmi si parlasse di agricoltura, di cibo, di acqua: temi che reputiamo assolutamente urgenti.
Finora abbiamo esaminato i programmi di Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Lega e Azione. Oggi parliamo del programma politico del Movimento 5 Stelle: vediamo dunque i punti che sono di maggiore interesse per i lettori di Dissapore. Per maggiore chiarezza abbiamo chiaramente consultato la versione lunga del programma pentastellato.
Allevamenti e benessere animale
Partiamo con il punto che riguarda gli allevamenti, ed è inserito all’interno del paragrafo animalista. Secondo 5 Stelle è necessario “fermare i finanziamenti pubblici per gli allevamenti; introdurre un’etichetta informativa sulla provenienza di carne, latte e prodotti di origine animale; incentivare sistemi produttivi che rispettano i diritti degli animali in ogni passaggio della filiera, superando la produzione intensiva e le pratiche che portano sofferenza agli animali. È necessario quindi introdurre il divieto di debeccamento dei pulcini, la decornazione, la castrazione dei suinetti, nonché qualsiasi altra forma di mutilazione non necessaria. Così come introdurre l’obbligo di stordimento preventivo in tutti i tipi di macellazione. È poi necessario rendere dignitoso il trasporto degli animali vivi, salvaguardandone sempre il benessere e le caratteristiche fisiologiche, psicologiche ed etologiche e limitando la percorrenza dei viaggi a massimo 100 km. È importante inoltre favorire le naturali attività delle api, messe a rischio dalle attuali modalità di coltura. Infine, chiediamo il recepimento tempestivo delle più avanzate normative europee in tema di 111 benessere degli animali (tra cui la CE/2008/120 sul benessere dei suini) e di dare seguito alla richiesta dell’iniziativa dei cittadini europei “End The Cage Age” anche in Italia”.
Riduzione delle aree di caccia
Il Movimento prende coraggiosamente parola per indicare la strada sul tema della caccia, con l’intento di “procedere alla revisione della legge n. 157/1992 con lo scopo di limitare e abolire progressivamente la caccia e promuovere il principio di convivenza pacifica sui territori con la fauna selvatica, con riguardo anche ai progetti europei “Life” (lupi e orsi). In tale ultima direzione intendiamo ricorrere in prima istanza a metodi non cruenti, rendendo prioritarie soluzioni alternative agli abbattimenti di fauna selvatica, ad esempio vietando il ripopolamento, incentivando recinzioni, risarcimenti veloci e sanzioni pesanti per chi foraggia o fa riprodurre illegalmente animali (ad esempio i cinghiali) e, ove questi metodi non siano sufficienti, ricorrere al censimento della popolazione e alla sterilizzazione;
A seguire poi “creare una banca dati in capo ad ISPRA sulla gestione della fauna selvatica, contenente informazioni costantemente aggiornate sullo status di conservazione degli animali selvatici, sul prelievo per specie e sulle iniziative pubbliche preventive messe in campo per la riduzione dei conflitti con le attività antropiche; informare e formare sui reali rischi per l’uomo e sui comportamenti da tenere nei territori ove è presente fauna selvatica in modo da non mettere in pericolo le persone e rispettare gli animali, evitando inoltre di incorrere in facili allarmismi e strumentalizzazioni; finanziare corridoi ecologici per lo spostamento 109 della fauna selvatica; sviluppare e creare CRAS (Centri recupero animali selvatici) e CRASE (Centri recupero animali selvatici ed esotici) su tutto il territorio nazionale, promuovendo le attività di soccorso ad animali selvatici feriti o in stato di bisogno”.
Programmi di educazione alimentare
Nel programma viene data una grandissima importanza all’educazione alimentare in modo del tutto esplicito. Tra le azioni prioritarie proposte dal partito c’è: “Programmi di educazione alimentare (anche attraverso laboratori pratici) nelle scuole, nelle università, negli ospedali, nelle aziende e in tutti i contesti comunitari; o Riqualificazione della formazione degli operatori alimentari (cuochi, dietisti, ecc.) in contesti di alimentazione comunitari (scuole, ospedali, ecc.); o Valorizzare la filiera alimentare (affermando l’importanza anche dell’agricoltura nella promozione di stili di vita corretti attraverso la produzione di alimenti sani, naturali e non creati artificialmente)”.
A seguire si parla anche di “Definizione di incentivi per la sostituzione dei prodotti nei distributori alimentari, nelle scuole e in altri contesti comunitari, con prodotti salutari; Definizione di forme di tutela dei minori monitorando e regolamentando la pubblicità del junk food, unitamente alla regolamentazione della modalità del messaggio pubblicitario; Promozione di programmi di educazione alimentare per le famiglie sul territorio (attraverso le Aziende Sanitarie Locali e altre sigle istituzionali nate per la tutela della famiglia)”.
Agricoltura
Sul tema dell’agricoltura sono portati molti punti, trattati tuttavia in modo piuttosto generico (ricordiamo che è l’Unione Europea con la PAC ad aver dato direttive stringenti per l’agricoltura). In questo senso si parla di circolarità, sprechi, efficientamento, transizione energetica, agricoltura sostenibile, addirittura di turismo gastronomico. Forse il punto più interessante è quello in cui ci si ferma a sottolineare che in Italia le aziende agricole sono più piccole della media europea e che questo rappresenta “un vantaggio in relazione alla capacità di produrre beni primari di eccellenza, di qualità, destinati a un mercato prevalentemente locale” ma anche “un freno di competitività ove l’azienda non è inserita in una filiera organizzata”.
Che fare dunque? “L’integrazione di filiera è di essenziale importanza per la tenuta del tessuto produttivo agroalimentare italiano, consentendo di potenziare la concentrazione dell’offerta e realizzare economie di scala, con relativo abbattimento dei costi legati ai fattori di produzione e connessi al consumo energetico” A seguire si parla anche di organizzazione e logistica, di agricoltura biologica e di precisione e del fatto che, tramite piani organizzati, l’agricoltura possa rappresentare un piano di sviluppo e asse turistico per le aree interne.
Acqua bene comune
Movimento 5 Stelle ribadisce che l’acqua è bene pubblico e primario e spiega in 12 punti come l’acqua debba essere rimessa al centro delle attività sociali e antropiche. Interventi singoli però sono difficili da evidenziare se non: “gestire il servizio idrico integrato attraverso enti di diritto pubblico che ne garantiscano l’accesso a ogni cittadino con particolare attenzione alle fasce di popolazione più disagiate” e “tutelare i grandi bacini idrogeologici, con la protezione ambientale delle relative sorgenti, da custodire come “Santuari dell’acqua potabile”. Gli altri punti, come la lotta alla dispersione idrica, sono menzionati in tutti i piani dei competitors politici.