“Nel 2019 abbiamo sprecato 931 milioni di tonnellate di cibo, il 17% di tutti gli alimenti disponibili ai consumatori”: a fare il punto sugli sprechi alimentari è Massimo Bottura, che lancia così sui social il Food Waste Index Report 2021 dell’Unep.
“In qualità di orgoglioso ambasciatore delle Nazioni Unite”, scrive lo chef dell’Osteria Francescana in un post intitolato “dove gli altri vedono imperfezione io vedo bellezza”, accompagnato dalla foto di una patata germogliata, “voglio condividere questi numeri” rilasciati dall’Enviroment Programme delle Nazioni Unite.
Il report 2021 dell’Unep
“Il fatto che quantità sostanziali di cibo siano prodotte ma non mangiate dall’uomo ha notevoli impatti negativi sul piano ambientale, sociale ed economico”, spiega il report 2021 dell’Unep sugli sprechi alimentari. “Le stime suggeriscono che l’8-10% delle emissioni globali di gas serra sono associate al cibo che non viene consumato”.
I numeri del report parlano di circa 931 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari generati nel 2019, pari al il 17% della produzione alimentare globale. Di questi, il 61% dei quali proveniva dalle famiglie, il 26% dalla ristorazione e il 13% dalla vendita al dettaglio. Numeri che, dice il report, fino a oggi sono stati notevolmente sottostimati: lo spreco alimentare a livello del consumatore (famiglia o ristorazione) sembra essere nella realtà più del doppio della precedente stima fatta dalla FAO.
Il problema è che non è facile avere dati unitari sullo spreco alimentare globale dai singoli paesi. “Per migliorare la base di prove sullo spreco alimentare, sia a livello globale che a livello nazionale, più paesi devono misurare lo spreco alimentare lungo la catena di approvvigionamento e nelle famiglie, utilizzando metodi accurati su campioni di dimensioni importanti”, spiega il Report.
L’Europa e lo spreco di cibo
In questo – dice il report dell’Unep – l’Europa fa una bella figura, distinguendosi positivamente per la quantità e la precisione dei suoi dati sul tema dello spreco alimentare. Sulla base di questi dati, il paese che spreca più cibo pare essere la Grecia (142 chili pro capite in casa all’anno) mentre i più virtuosi sono la Russia e la Slovenia, con 33 chili di cibo pro capite sprecato nel consumo domestico. L’Italia si piazza a metà strada, con 67 chili pro capite, ma guadagna una lode sugli sprechi nel retail, con “soli” 4 chili di cibo sprecato pro capite.
Le conclusioni
Il report conclude evidenziando innanzitutto l’esigenza a un impegno dei paesi a fornire dati credibili, affidabili e precisi. Dopodiché fa presente che quelli che sono stati forniti hanno mostrato come lo spreco alimentare domestico pro capite sia simile nei paesi ad alto reddito, medio-alto e medio-basso, mentre per i paesi a basso reddito i dati sono insufficienti per trarre conclusioni. Tuttavia, le stime globali suggeriscono che lo spreco alimentare potrebbe essere circa il doppio delle stime precedenti.
Il che dimostra quanto sia necessaria un’azione condivisa e globale di sensibilizzazione dei consumatori sul tema.