Non si può definire una fake news, ma si sono susseguiti molti distinguo e chiarimenti rassicuranti da parte dell’Onu sull’opera di “moral suasion” che i governi dovrebbero affrontare per limitare il consumo di grassi saturi, sale, zuccheri e alcol, contrastando così le malattie non trasmissibili.
Avevamo dato conto ieri di uno stato di fibrillazione dell’agroalimentare italiano, in vista del giorno fatidico, il 27 settembre, quando rappresentanti Onu e capi di governo si riuniranno per stabilire le linee guida che dovrebbero ispirare i singoli Stati.
Negli incubi dei produttori italiani si era temuto per alcuni prodotti che rappresentano la nostra identità alimentare, come Grana, olio d’oliva, pizza e vino, tutti potenziali indiziati per la lista nera dell’ONU.
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Un provvedimento che avrebbe potuto colpire duramente un comparto che, solo di esportazioni, vale 41 miliardi di euro l’anno, e contro il quale il Ministro dell’Agrigolutra, Gian Marco Centinaio, si era espresso definendolo “pazzia pura”.
In realtà, come riferisce oggi il Corriere, i chiarimenti arrivati dall’Onu tranquillizzano i nostri produttori: nel documento del 27 settembre non ci saranno nomi di specifici prodotti, solo un insieme di direttive per il contrasto delle malattie non trasmissibili causate o aggravate da un’alimentazione eccessiva o scorretta, che causa circa 41 milioni di morti ogni anno (dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).
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Il documento suggerisce inoltre ai governi di lavorare con le aziende in campi come l’etichettatura e la regolamentazione del mercato, con l’obiettivo di limitare la vendita di prodotti “non salutari”, ovvero ricchi di zuccheri, sale o grassi.
Nessun riferimento esplicito a pizza o Parmigiano, quindi, né tantomeno all’olio di oliva.
[Crediti: Corriere della Sera]