Le bevande senza zucchero, addolcite con stevia, aspartame, sucralosio o altri dolcificanti artificiali, non aiutano a perdere peso o a rimanere in forma.
No, come scritto dal Guardian, le bevande “light” o i soft drink senza zucchero non sono determinanti nel controllo del peso, anzi, per la salute del nostro organismo risultano anche peggiori di quelle zuccherate, in alcuni casi.
Secondo uno studio dell’Imperial’s School of Public Health in Gran Bretagna, pubblicata sulla rivista PLoS Medicine, non esiste alcuna prova concreta che queste bevande siano più sane rispetto a quelle tradizionali.
Considerati quindi i benefici nutrizionali del tutto trascurabili delle bevande senza zucchero, è opportuno considerarne invece il più che certo, e dannoso, impatto ambientale.
Occorrono infatti circa 150/300 litri di acqua per ottenere un litro di bevanda, senza considerare la notevole produzione di rifiuti e l’inquinamento derivato dalla fabbricazione.
Ma com’è possibile che delle bevande a zero calorie facciano addirittura ingrassare?
Esistono molte potenziali risposte, secondo gli scienziati, ma la principale ha a che fare con la cosiddetta distorsione cognitiva. Le persone pensano che i dolcificanti artificiali siano più sani dello zucchero, o che bere bevande light significhi non assumere calorie, convinzioni queste che portano spesso a consumi eccessivi.
Altra spiegazione: i dolcificanti artificiali sembrano alterare la catena di eventi che accadono di solito in bocca, nel cervello e nel sistema digestivo quando si mangia qualcosa di dolce
Palato e cervello comunicano al sistema digestivo che deve prepararsi a metabolizzare lo zucchero. Il pancreas inizia a produrre insulina, un ormone che permette al corpo di impiegare o conservare lo zucchero sotto forma di glucosio.
Ma se il sapore dolce registrato dalla bocca proviene dai dolcificanti artificiali, al sistema digestivo non arriva la quantità di zucchero prevista. Un comportamento anomalo che può aumentare il desiderio di mangiare qualcosa di dolce.
Va da sé che non tutti sono d’accordo. Per esempio, il British Soft Drinks Association non ha riconosciuto la bontà dello studio –e chi l’avrebbe mai detto– contestando come altre ricerche abbiano invece riscontrato l’efficacia delle bevande nella lotta all’obesità.
Ma non sarebbe la prima volta che l’industria dello zucchero o delle bevande gasate paga gli scienziati per mentire, è importante infatti che studi e ricerche siano indipendenti.
L’eccessivo consumo di zucchero, lo ricordiamo, è una tra le maggiori cause di obesità e altre patologie, come da indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, non dovrebbe mai superare il 10% delle calorie giornaliere (non più del 5% è il target preferibile, stando alla stessa istituzione).
Un pericolo soprattutto per i giovani, che consumano circa tre volte la quantità di zucchero raccomandata, e la maggior parte di questa proprio attraverso le bevande light.
In alcuni Paesi, inoltre, esistono già le cosiddette “tasse sulle bevande zuccherate” che tendono a disincentivare il consumo di soft drink, spesso progressive a seconda del livello di zuccheri contenuti.
Perché se non si è sensibili ai richiami salutistici, lo si è di sicuro a quelli che incidono direttamente sul portafoglio.
[Crediti | Link: Guardian, Tonic, Repubblica, Dissapore]