In collaborazione con Regione Lombardia
Sapete che la Lombardia è la prima regione italiana per la produzione del latte? Supera, da sola, il 40% del totale nazionale, con 4 mila imprese coinvolte; tenete presente che, in tutto, in Italia ce ne sono 41 mila. In testa ci sono le provincie di Brescia e Mantova, che contano 800 attività dedicate.
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Un primato alla base dei 14 formaggi a marchio DOP lombardi, tra campioni dell’export, stagionati celebri e chicche meno conosciute: Bitto, Valtellina Casera, Formaggella del Luinese, Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana, Strachitunt, Granda Padano, Gorgonzola, Parmigiano Reggiano, Provolone Valpadana, Quartirolo Lombardo, Taleggio, Salva Cremasco, Nostrano Valtrompia.
Intorno alla sua materia prima, il latte per l’appunto, circolano parecchi luoghi comuni e false credenze, che tentiamo di smentire rispondendo a cinque quesiti molto popolari, insieme al nostro sponsor Regione Lombardia.
Il latte intero fa ingrassare?
C’è chi, per la linea, predilige il latte parzialmente scremato a quello intero, che contiene zucchero e grasso saturo. Così si rinuncia, però, a uno sport drink migliore di tanti altri, un alimento a bassa “densità energetica” ed elevata “densità nutrizionale”, per dirla come un nutrizionista.
Calcolate che un litro di latte intero contiene, mediamente, 35 grammi di proteine, 37 grammi di grassi, 45 grammi di zuccheri e 10 grammi di sali minerali: una bevanda che, complici gli elettroliti, favorisce il recupero dopo l’attività fisica e il miglioramento del tono muscolare.
È vero che il latte previene l’osteoporosi?
Sì. La presenza combinata di calcio e fosforo, oltreché di vitamina D, rappresenta un’arma utile per prevenire l’osteoporosi, indebolimento della struttura ossea che colpisce specialmente le donne dopo i 50 anni. Quindi, è utile consumare latte prima di quest’età, regolarmente. Quanto? La quantità consigliata corrisponde a 1,5 grammi al giorno di calcio. Una tazza di latte, per capirsi.
Come si migliora l’assorbimento del calcio?
Consumare latte a stomaco vuoto non è una buona idea per l’assimilazione del calcio: meglio farlo durante i pasti. Inoltre non è raccomandabile farlo bollire. A differenza del latte crudo, infatti, il latte pastorizzato, fresco o a lunga conservazione che sia, è pronto da bere. Bollirlo significherebbe solo alterarne le qualità nutritive, che sono parecchie: la vitamina A, C, D e tutte quelle del gruppo B, fosforo, sodio e potassio, oltre al calcio.
Perché il latte si chiama così?
L’etimologia del “latte” deriva dal latino lac-lactis o glactis e dal greco gala-galactos in greco. Si collega alla più antica radice “glu, gla, gal, gar”, che indica il deglutire del neonato durante l’allattamento.
E il latte vegetale, perché si chiama così?
Teoricamente non dovrebbe, o meglio, in tutta Europa è vietato utilizzare in etichetta denominazioni come “latte di soia”, o “panna vegetale”. Inoltre la denominazione “latte”, da sola, e”panna”, senza specifiche aggiuntive, si riferisce sempre al prodotto vaccino.
[Fonti | Camera di commercio sulle imprese; Clal.it; Fondazione ERCCS – Istituto Nazionale dei Tumori Milano; Manuela Pastore – dietista Humanitas; Salute.gov.it]