Tra body positive usato in difesa del sovrappeso, tra body shaming usato in offesa del sovrappeso, tra grassofobia in crescita e tutte queste belle realtà, facciamo chiarezza sugli interventi bariatrici per dimagrire. Non è un trattato scientifico o medico ma una guida basica su quali sono e come funzionano i più eseguiti. Certo, ci sarà qualche premessa adatta al contesto ma non sarà fornita nessuna opinione su questo argomento – delicato e personale, il cui dibattito dovrebbe restare solamente tra singolo paziente, equipe chirurgica e specialisti come psicologi.
Innanzitutto: chi è clinicamente obeso (per “clinicamente” si intende oggettivamente secondo i parametri della medicina)? Si è obesi se il proprio Indice di Massa Corporea (BMI) è superiore a 30. Per la precisione:
- sopra 30 si è obesi, di tipo I ovvero la forma meno grave e teoricamente più risolvibile in autonomia;
- sopra 35 si è obesi di tipo II, una classe grave
- sopra i 40 si è obesi di tipo III, la forma più grave e che porta serie complicazioni fisiche organiche e motorie
L’intervento a volte è raccomandato per far perdere velocemente peso a un paziente gravemente obeso e con problemi diabetici o cardiovascolari, ma la situazione clinica varia da persona a persona e vi sono casi in cui il soggetto non può nemmeno sostenere l’anestesia totale per un intervento. Se volete affrontare un percorso bariatrico, rivolgetevi a medico, chirurgo e psicologo oppure analista – sarebbe ottimo se quest’ultimo fosse specializzato in disturbi alimentari.
Interventi malassorbitivi, gastrorestrittivi e misti
Prima di passare all’elenco degli interventi, preciso che ognuno rientra in una di tre categorie. La prima: gli interventi malassorbitivi (irreversibili e che limitano l’assorbimento del cibo e dei nutrienti in maniera fisiologica). La cavità gastrica in queste tipologie di intervento è ridotta e collegata alla parte terminale dell’intestino tenue. I malassorbitivi sono il bypass digiuno ileale e la più estrema diversione biliopancreatica
La seconda: gli interventi restrittivi o gastrorestrittivi limitano l’introduzione di cibo per azione maccanica (stomaco ridotto) e ormonale. Non sono irreversibili e non funzionano per malassorbimento. Sono il bendaggio gastrico, la sleeve gastrectomy, la gastroplastica verticale e il pallone intragastrico
La terza: gli interventi misti. Sono interventi che uniscono la tecnica restrittiva e quella malassorbitiva, come il bypass gastrico o la sleeve gastrectomy con switch duodenale.
Analizziamo gli interventi statisticamente più eseguiti.
Gastrectomia verticale parziale
La sleeve gastrectomy (VSG) è come abbiamo visto un intervento restrittivo, ormonale. In pratica eliminano verticalmente l’80% dello stomaco, rendendolo tubolare: ciò comporta un ridottissimo spazio per il cibo ingerito, ma soprattutto sia la riduzione degli ormoni “della fame” sia l’aumento degli ormoni “della sazietà”. Anche intestino e metabolismo sono così stimolati a un nuovo e più sano funzionamento. Certo, se si seguono le indicazioni e ci si nutre correttamente.
Vero è che soprattutto i primi tempi si riesce a mangiare davvero poco, ma le bibite gassate vanno giù, e anche i gelati, il cioccolato, le creme spalmabili, i dolci morbidi… quindi il corpo in sleeve gastrectomy è un certo aiuto, ma la testa deve funzionare meglio di lui! Inoltre, alla lunga lo stomaco (soprattutto se continuamente stimolato male ovvero mangiando troppo o le cose sbagliate) torna delle dimensioni originali.
Bypass gastrico
Il Roux-en-Y bypass gastrico (RYGB) fa dimagrire in maniera un po’ più importante: nello stomaco è creata una piccola sacca collegata poi direttamente al digiuno. In generale si può dimagrire a prescindere dal cibo: ciò che introduci nel tuo corpo va direttamente nell’intestino per l’espulsione. Proprio questo vantaggio è anche il pericolo più grave, perché è facilissimo avere carenze vitaminiche, nutritive, muscoli e densità ossea indeboliti. Bisogna farsi seguire bene da uno specialista. Si tratta di una terapia molto valida contro il diabete di tipo 2 e contro il reflusso gastrico.
Diversione bilio-pancreatica
La diversione bilio-pancreatica con switch duodenale (BPD-DS) è tra gli interventi più complicati e malassorbitivi. Da medicinaonline.com: “consiste nella resezione di una parte di stomaco e nell’asportazione della colecisti; lo stomaco rimanente viene collegato con il tratto dell’intestino tenue precedentemente sezionato. Il restante tratto intestinale escluso dal transito del cibo viene attaccato con il “tratto alimentare” a 50 cm dalla valvola ileo-cecale. Il paziente mangia normalmente ma, grazie a questo intervento malassorbitivo, grassi ed amidi sono assorbiti in modo minore e ciò determina il dimagrimento del paziente”.
Bendaggio gastrico regolabile
Il bendaggio gastrico regolabile (AGB) è un intervento restrittivo meccanico, che lascia intatto lo stomaco e che riduce forzatamente l’introduzione di cibo. Null’altro. L’anello applicato a pochi cm dalla bocca dello stomaco è regolabile in base alle esigenze ed è colegato ad una valvola sotto pelle raggiungibile con ago, per la regolazione (aspirando aria dalla valvola l’anello si restringe, iniettando aria nella valvola l’anello si allarga). Può essere rimosso in ogni momento.
Interventi non chirurgici
C’è un “intervento” che non esige anestesia totale né laparoscopia.
Palloncino intragastrico
Il BIB (pallone o palloncino intragastrico) è una soluzione non facile da gestire e il cui successo varia moltissimo da paziente a paziente: condizioni di obesità, anamnesi, impegno, se ha o no disturbi alimentari di cui è consapevole etc etc. Consiste nell’ingerire, da sgonfio, un palloncino morbido ed espansibile mediante procedura endoscopica (tipo gastroscopia). Una volta inserito è riempito con soluzione salina sterile e lo spazio che il palloncino occuperà nello stomaco è spazio che “ruberà” al cibo ingerito, il che fa saziare molto prima.