La decisione del tribunale di San Francisco che ha condannato Monsanto, multinazionale di biotecnologia acquisita a giugno da Bayer, a risarcire con la cifra record di 289 milioni di dollari un giardiniere colpito da tumore al sistema linfatico, malattia collegata alla presenza di glifosato nell’erbicida Roundup, un prodotto Monsanto usato dall’uomo per anni, è di quelle destinate a fare storia.
Anche alla luce degli studi del gruppo ambientalista americano Environmental Working Group, che hanno evidenziato elevate tracce di glifosato in molti prodotti a base di cereali, compresi snack, granola e cereali destinati alla colazione dei bambini.
Gli ambientalisti hanno testato 45 campioni di cereali da colazione a base di avena coltivata in campi trattati con erbicidi, rilevando in tutti i campioni, tranne due, tracce di glifosato, presente a livelli significativamente alti in ben 31 di questi.
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In particolare, tracce dell’erbicida sono state trovate in snack e prodotti per la prima colazione di marchi come Quaker, Kellogg’s e General Mills, che produce Cheerios.
Ma per quanto molti si schierino contro il glifosato –tra questi Beppe Grillo contrario ad accordi commerciali “che mettano a repentaglio la salute dei cittadini”– il discusso diserbante è tuttora al centro di un lungo dibattito internazionale dal quale sono nate migliaia di cause legali dovute alla strenua difesa di Monsanto, che ha contribuito a sviluppare il discusso erbicida 40 anni fa.
In un altro recente studio americano, questa volta del National Institutes of Health, i ricercatori hanno reso noto di “non aver osservato alcuna associazione tra l’uso del glifosato e il rischio complessivo di cancro”.
Tuttavia, L’OMS, Organizzazione mondiale della Sanità, ha definito il glifosato “probabilmente cancerogeno”.
Gli agricoltori statunitensi utilizzano ogni anno circa 220 milioni di euro di glifosato sulle proprie colture, tra cui mais, soia, grano e avena ma anche su prodotti come spinaci e mandorle.
[Crediti: The Guardian]