I cibi ultra-processati invecchiano la mente?

La correlazione tra i cibi ultra-processati che mangiamo e il nostro invecchiamento cognitivo è oggetto di diversi studi recenti, che dovrebbero farci riflettere anche su quali cibi consideriamo processati e quali no.

I cibi ultra-processati invecchiano la mente?

Cibi ultra-processati e invecchiamento delle facoltà mentali: c’è una correlazione? Sappiamo – crediamo di sapere, a volte più per intuito che per evidenze scientifiche – che gli alimenti industriali e i cibi processati “fanno male alla salute”. Ma che cosa vuol dire precisamente? Certo la dieta influisce direttamente sullo stato del nostro fisico. Ma si può dire altrettanto della mente?

Alcune ricerche recenti suggeriscono che ci sia un collegamento tra la prevalenza nella dieta di alcuni cibi – dolci industriali, piatti surgelati, preparazioni da fast food – e l’accelerazione del naturale processo di degrado delle capacità cognitive nelle persone anziane; e addirittura un maggiore rischio di sviluppare la demenza senile. Ma quanto sono affidabili questi studi? E che cosa si intende precisamente per cibi processati, ultra processati, poco sani? Vediamo di capirci qualcosa in più, con l’aiuto di un’analisi condotta su The Conversation da Sara Burke, studiosa delle correlazioni tra alimentazione e processi cognitivi nella terza età, e di ricerche scientifiche sia su ampi gruppi di persone nel corso di anni, sia su animali in laboratorio.

Dieta e invecchiamento cognitivo

Cibo spazzatura

Quando invecchiamo, si sa, ci viene meno non solo il vigore fisico ma anche la lucidità mentale. Quello che tutti ci chiediamo è se si può non dico fermare, ma rallentare questo processo; o almeno non accelerarlo. Le relazioni tra dieta e invecchiamento delle facoltà cognitive nella fase senile sono oggetto da anni di ricerche: è stata studiata una correlazione tra diete che abbondano in grassi come in zuccheri, e lo stress ossidativo che porta a degrado cognitivo in fase di invecchiamento. Addirittura l’alimentazione scorretta è individuata come causa di situazioni neuro-infiammatorie che possono portare all’Alzheimer.

Molti di questi studi sono stati condotti su topi in laboratorio, condizione che dà l’indubbio vantaggio di avere la situazione sotto controllo – ovvero essere sicuri di quello che i soggetti mangiano – e di poter osservare gli effetti di lungo termine in breve tempo, perché questi animali crescono e invecchiano più velocemente degli uomini. D’altra parte, le ricerche condotte sulla popolazione in condizioni reali danno indubbiamente uno spaccato più veritiero: è quello che hanno fatto due studi recenti. Che sono andati dritti al punto, non fermandosi a un generico “dieta occidentale VS dieta mediterranea“, ma cercando di capire se ci fosse una differenza tra cibi “soltanto” poco genuini, e cibi processati.

Alimenti ultra-processati ed effetti sulla mente: le ricerche

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Uno studio recentissimo, del dicembre 2022, ha seguito 10.000 persone (che vivono in Brasile) per la bellezza di otto anni. Ogni persona è stata inquadrata secondo le proprie abitudini alimentari rispetto ai cibi ultra-processati, e nel corso del tempo sono state misurate varie funzioni cognitive: le persone che dichiaravano un alto uso di cibi processati hanno mostrato un declino cognitivo maggiore rispetto a quelle che ne mangiano pochi o zero. Questa differenza però è mediamente molto lieve, e soprattutto non si capisce se sia rilevabile a livello di singola persona.

Un altro studio condotto su 72.000 persone nel Regno Unito ha mostrato che fra quelli che si nutrivano con elevate quantità di cibo processato, 1 su 120 riceveva una diagnosi di demenza nei successivi 10 anni; tra quelli che consumano pochi o nessuno il rapporto scende a 1 ogni 170. I difetti di questi studi sono l’altra faccia dei vantaggi: sono condotti su un ampio strato di popolazione, che però non è monitorabile, in altre parole chi controlla che tutti continuino a mangiare come hanno dichiarato? Permane poi il dubbio sul rapporto di causa-effetto: chi ci assicura che il risultato dannoso venga dallo specifico fatto che si tratti di ultra-processati, e non in generale dalle caratteristiche dei cibi industriali e poco salutari (alti livelli di grassi, zuccheri, sale, additivi, conservanti; bassi livelli di micronutrienti e fibre) di cui gli ultra processati sono una sottospecie?

Cosa sono i cibi ultra-processati e come si definiscono

carne confezionata

Un altro punto è proprio capire con precisione cosa sono i cibi ultra-processati. I critici di tali studi si appuntano sul metodo con cui vengono definiti gli alimenti processati, ovvero la classificazione NOVA, che sono giudicati confusi e imprecisi.

Gli alimenti ultra-processati sono realizzati con metodi di lavorazione industriale e contengono ingredienti che normalmente non si trovano in dispensa a casa: i metodi di lavorazione utilizzati possono includere l’estrusione, la modifica chimica e l’idrogenazione (che può trasformare il grasso insaturo liquido in forma solida). Ma i produttori non sono obbligati a dichiarare i processi in etichetta: perciò il miglior punto di partenza è la lista degli ingredienti.

Esistono due tipi di ingredienti che identificano gli alimenti ultra processati: sostanze alimentari industriali e additivi “estetici”. Le sostanze alimentari includono versioni trasformate di proteine e fibre (come il siero di latte in polvere o l’inulina), maltodestrina (un carboidrato altamente trasformato), fruttosio o sciroppi di glucosio e oli idrogenati. Gli additivi estetici vengono utilizzati per migliorare la consistenza, il gusto o il colore degli alimenti. Rendono i cibi più attraenti e irresistibilmente gustosi (contribuendo al loro consumo eccessivo). Esempi sono i colori e gli aromi (compresi quelli elencati come “naturali”), i dolcificanti non calorici (inclusa la stevia), gli esaltatori di sapidità (come l’estratto di lievito e il glutammato monosodico) e gli addensanti e gli emulsionanti (che modificano la consistenza di un alimento).

Ma non bisogna confondere gli ultra-processati con gli alimenti semplicemente processati, che conservano ancora la maggior parte delle loro caratteristiche naturali, sebbene abbiano subito una qualche forma di lavorazione – come legumi in scatola, la pasta secca o la frutta congelata.

Alcuni esempi di alimenti ultra processati che non ci aspetteremmo? Per esempio i cereali da colazione, le barrette di proteine e musei, alcuni tipi di “latte” vegetale, certi tipi di pane in busta, molti yogurt aromatizzati o “alla frutta”, piatti pronti come pasta o noodles, carne confezionata, margarina. In definitiva, al di là dell’invecchiamento cognitivo, di motivi per consumare il meno possibile questi alimenti ce ne sono in abbondanza.