Certo, per noi italiani le parole “gelato dell’astronauta” possono suonare vuote, o prive di significato.
Ma non così è per gli americani, o meglio per gli americani che erano ancora bambini negli anni ’60, quando il programma spaziale della Nasa effettuò una serie di lanci che terminarono poi con il fatidico sbarco sulla Luna nel 1969, a bordo dell’Apollo 11.
E proprio in quel clima di conquiste spaziali, spopolava il “gelato dell’astronauta”, mangiato avidamente da torme di ragazzini, ma anche di adulti, nella convinzione di creare così una sorta di legame con i pionieri dello spazio, nella certezza che gli astronauti si stessero cibando anche loro del “gelato” a cui avevano dato il nome.
Peccato che fosse tutto falso.
Il blocco di gelato liofilizzato che spopolava sulla Terra e spacciato come “astronaut ice cream” non solo non fu mai assaggiato dagli astronauti durane i voli spaziali, ma con tutta probabilità non salì mai nemmeno a bordo di una navicella spaziale.
Certo, pare vero che la Whirlpool Corporation, su disposizioni della Nasa, avesse progettato un tipo di “gelato” così particolare che poter essere degustato nello spazio in occasione del lancio di Apollo 7, ma il tutto rimase poi a livello di progetto, mai realizzato.
Il sito americano Vox ha intervistato Walt Cunningham, l’unico membro superstite della missione Apollo 7, il quale ha affermato che “non abbiamo mai avuto quella roba a bordo”.
Soltanto qualche anno più tardi, quando Cunningham venne a conoscenza del progetto del gelato liofilizzato, confermò che gli sarebbe sicuramente piaciuto poterlo gustare a bordo dell’Apollo 7, cosa che però non era mai accaduta.
E anche Jennifer Levasseur, curatrice del museo spaziale della NASA, afferma che Cunningham ricorda bene:
“E’ molto probabile che il gelato non abbia mai fatto un volo spaziale. Forse è stato testato a terra, ma poi il progetto deve essere stato respinto. Evidentemente il gelato era stato giudicato disgustoso e orribile, proprio come gli acquisti che si fanno nei negozietti di souvenir”.
Il ché collima perfettamente con quanto affermato dall’astronauta canadese Chris Hatfield, così come da Buzz Aldrin e molti altri astronauti.
La friabilità del gelato congelato rappresenterebbe infatti un rischio all’interno delle navicelle spaziali, proprio per questo motivo l’astronauta John Young, che aveva introdotto furtivamente a bordo della navicella durante la missione Gemini un panino imbottito di carne in scatola, fu aspramente redarguito.
Le briciole di pane, infatti, avrebbero potuto galleggiare nell’aria e andarsi a infilare pericolosamente negli strumenti di bordo.
La pagina della NASA dedicata alla missione Apollo 7 –che riporta tutti gli utensili, i materiali e i cibi presenti sulle navette– dà inoltre ragione a Cunningham: il “gelato dell’astronauta” non ha in realtà mai spiccato il volo, per quanto sia rimasto impresso indelebilmente nella mente dei bambini americani.
C’è, sì, la menzione di un ‘gelato alla vaniglia’, ma nessuno ha mai confermato la presenza di gelato a bordo delle varie navicelle spaziali.
E allora, che cosa ne è stato, del popolarissimo ” gelato dell’astronauta”?
A oggi, il gelato liofilizzato continua a essere tranquillamente venduto nei negozi di delikatessen e cibi per appassionati, e può contare addirittura su un sito internet completamente dedicato, dove è proposto nei più svariati gusti: al cioccolato e scaglie di cioccolato, a tre gusti, per i più temerari –cioè fragola, vaniglia o nocciola– o anche al gusto di cookies farciti con crema alla vaniglia, al modico prezzo di 2.50 dollari per i gusti classici e di 3 dollari per il gusto cookie.
Insomma, il gelato dell’astronauta si può comodamente gustare ancora oggi, anche se ormai è certo che no, non ha mai preso il volo, ma è sempre rimasto saldamente ancorato alla Terra. Con grande rammarico degli astronauti.
[Crediti | Link: Vox, Wikipedia, NASA.gov]