I pesticidi spruzzati su frutta e verdura non biologica come zucche, mele e cetrioli, riescono a penetrare fino alla polpa?
I pesticidi si accumulano su bucce e scorze, o sulla parte esterna di frutta e verdura, che non riesce a rappresentare una barriera impermeabile.
Anzi, alcuni pesticidi sono specificamente progettati per venire assorbiti nel tessuto di frutta o verdura, il motivo è semplice: proteggerle dai parassiti che penetrano nella pelle per succhiare il liquido all’interno.
[Anche 7 pesticidi nella stessa bottiglia di Prosecco]
Le scorze spesse di alcuni frutti, come per esempio zucca o melone, sono in genere più efficaci nel tenere i pesticidi fuori dalla polpa.
Alla luce dei test sui residui di pesticidi svolte dal Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti dopo che i prodotti sono stati lavati, sarebbe prudente comprare in versione bio i 12 alimenti che rientrano nella cosiddetta: “Sporca Dozzina“.
Le mele sono ad alto contenuto di pesticidi, potenzialmente tra le più contaminate nella lista dei prodotti a rischio dopo fragole, spinaci e pesche noci. I cetrioli lambiscono “la sporca dozzina” classificandosi al 13° posto.
[Glifosato: è un problema il pesticida trovato in 14 birre tedesche?]
È vero, cetrioli e mele sono entrambi ricoperti da uno strato protettivo di cera naturale, ma una volta che i pesticidi si diffondono attraverso lo strato, lavarli via diventa difficile.
Se compriamo mele non biologiche, lavarle in una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio è una buona idea. Certo, sbucciarle è efficace, ma come sappiamo comporta la perdita dei nutrienti presenti nella buccia.
[Glifosato: perché quella contro Monsanto è una sentenza storica]
Nella lista completa di frutta e verdura a rischio per i residui di pesticidi figurano in ordine:
1. fragole;
2. spinaci;
3. pesche noci;
4. mele;
5. uva;
6. ciliegie;
7. pere;
8. pomodori;
9. sedano;
10. patate;
11. peperoni;
12. peperoncini.
[Crediti | Well, New York Times]