Abbiamo preso in giro i vegani perché ignoravamo le altre diete alternative

Lista aggiornata dei regimi alimentari alternativi alla solita dieta vegana. Cos'è la dieta paleo, quella macrobiotica, la pranica, chi sono i fruttariani ed i crudisti.

Abbiamo preso in giro i vegani perché ignoravamo le altre diete alternative

Pochi minuti introduttivi nei quali campeggia una scena degna dei migliori documentari sui “cacciatori-raccoglitori”, Captain Fantastic, pellicola magnetica e potente con protagonista l’attore americano Viggo Mortensen, sbarca nelle sale proprio oggi, 7 dicembre, e Dissapore ne è mediapartner.

Ben Cash, questo il nome del papà del film, costruisce per sé e la sua famiglia una vita distopica lontana dalla civiltà, nelle foreste di sequoie, a distanza dal cibo spazzatura e dalla scarsa proprietà di linguaggio, tra una battuta di caccia e un’innaffiata ai germogli di lattuga.

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La piantiamo coi particolari, perché il film dovete vederlo, piuttosto torniamo su un tema che con la natura ha parecchio a che fare, con i ritorni al cibo in purezza.

Una breve carrellata sui regimi alimentari post-veganesimo, divenuto ormai chiacchiera da bar.

Non mangiano carne, e va bene.
Non mangiano pesce, e va bene uguale.
Non mangiano manco uova, formaggi e latticini. E va bene pure quello.

Vegani e vegetariani non fanno più notizia, non se li fila più nessuno, si sono guadagnati il loro posto nel mondo e ora, a parte le scenografiche incursioni a danni di sbigottiti chef o ignari pescatori, sono entrati di diritto, con il loro carico di carote e barbabietole, nel nostro ordinario, rassicurante quotidiano.

Anzi, il rigido regime alimentare cui si sottopongono è considerato sempre più spesso non solo salutare per l’organismo, ma anche il più adatto per proteggere l’ambiente, salvaguardare il pianeta e farci vivere tutti sani, contenti e in grazia di Dio fino a cent’anni.

Sgranocchiando felicemente succulenti gambi di sedano.

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Ma se i vegani sono da archiviare, in compenso sono sorti come funghi miriadi di regimi alternativi o quantomeno bizzarri, di fronte ai quali la semplice rinuncia a bistecche e cotechini sembra solamente un insignificante vezzo da poppanti capricciosi.

Che dire, infatti, di fronte di orde di nostalgici dell’India del tempo degli hippy, che sostengono di nutrirsi di sola aria, o meglio di “prana” traendo da questo – a loro dire – energia e nutrimento?

Che dire di coloro che consumano lauti pasti innaffiati da generosi bicchieri di pipì, alla quale attribuiscono virtù miracolose e salvifiche?

E che dire, ancora, di chi si nutre esclusivamente di frutta, chi di sola verdura, di chi mangia solo cibi crudi?

O di chi, addirittura, si nutre di vegetali esclusivamente coltivati in campi dove siano stati preventivamente sotterrati corni di mucca ripieni di deiezioni animali fresche – fresche, mi raccomando! – e seminati nella notti di luna piena?

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Veramente, di fronte a tale scempio dell’umana intelligenza e facoltà di discernimento, il minimo che può accadere è rimanere perplessi, confusi, frastornati. E in mezzo a tanto sfacelo, ci si scopre a rimpiangere il semplice vegano che altro non chiede che sgranocchiarsi in pace la sua carota.

E se ancora non conoscete questi “particolari” regimi alimentari, o meglio chiamate diete alternative, eccone riassunti alcuni tra i più singolari. Ve li proponiamo, certi che dopo averli letti, guarderete con altri e più benevoli occhi il vegano della porta accanto.

Dieta fruttariana

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Per quanto innocuo e rassicurante possa sembrare il nome, spesso non è così: chi segue una dieta fruttariana, chiamati fruttariani, – al pari dei vegani, di cui sono parenti stretti essendo indirizzati solo ed esclusivamente verso il mondo vegetale – ne condividono molto spesso rigore e convinzioni.

Che spesso, com’è prevedibile, sfociano spesso nella mistica di stampo delirante.

Molti fruttariani, infatti, fanno discendere le loro verità di fede direttamente dal Verbo, dalla Genesi: “Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra e ogni albero che abbia frutti portatori di seme; questo vi servirà di nutrimento”.

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E di fronte a tanta potenza, tanta mistica, che importanza può mai avere se il cibarsi esclusivamente di frutta comporti pesanti carenze nutrizionali di calcio, ferro, proteine e vitamine? Noi siamo fieramente fruttariani, e la nostra dieta alternativa ci deriva direttamente da Dio!

E la verdura? Beh, quella è bandita, non si sa bene in base a quale principio divino.

La dieta paleo

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Dieta paleo, vale a dire dieta paleolitica. Ovvero l’improbabile ritorno ad un regime alimentare risalente alla bellezza di circa due milioni e mezzo di anni fa e terminato 10.000 anni or sono. Tempi tristi e bui, in cui si doveva sopravvivere in un mondo ostile senza nemmeno la consolazione di un grasso hamburger o di una morbida cucchiata di Nutella.

La dieta dei nostri progenitori, infatti, era quantomeno spartana e, si presume, costituita per la maggior parte di vegetali, radici ma anche occasionalmente da carne o pesce, a seconda di quello che si riusciva ad acchiappare.

Ai giorni nostri, il tutto è stato riproposto dal nutrizionista americano Loren Cordian, che sulla bella pensata della dieta paleo ha costruito la sua fortuna, soprattutto negli Stati Uniti. La convizione di Cordian è chiara: gli alimenti dei nostri progenitori, integri e immacolati, conservavano intatti tutti i principi nutritivi, mentre dopo la scoperta delle tecniche di agricoltura e di conservazione, gli alimenti si sarebbero pian piano trasformati in vuoti involucri dallo scarsissimo valore nutrititivo.

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Ma tant’è: se non possiamo comunque avere la gioia di addentare un ravanello del paleolitico o un branzino del mesozoico, possiamo comunque rimediare nutrendonci principalmente di frutta, verdure, proteine e (pochi) cereali.

In fondo, la dieta paleo è meno bizzarra di quanto il nome scaltramente assegnatole possa farla sembrare.

La dieta del respiro

Mele nella cesta

Ma senza dubbio il regime alimentare più sano ed esente da quell’immonda sozzura denominata cibo è la dieta del respiro, quella praticata dai cosiddetti respiriani.

Forti di anni di intruppamento giovanile a base di India e Himalaya, nonché di amene quanto pericolose letture a base di mistici buddisti arrivati tranquillamente alla veneranda età di Matusalemme senza toccar cibo, orde di occidentali si sono buttati senza rete sulla cosiddetta alimentazione pranica, finendo su una barella del pronto soccorso più vicino a casa.

La manfrina è in genere la stessa: l’energia è ovunque, il mio corpo è solo energia concentrata e oltretutto è già bello e perfetto così com’è, quindi non c’è bisogno alcuno di inquinarlo con hot dog, patatine fritte ma nemmeno con sedano rapa e carote crude. L’aria è il nostro nutrimento, è il respiro che ci nutre e nient’altro.

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Tutto il resto sono fregnacce messe in giro dall’industria alimentare per sostenere il suo sporco commercio di cibo.

In realtà chi segue la dieta pranica qualcosa in fin dei conti la mangia: mele rosse, frutta secca, uova e una buona dose di erbe “mediche” per un detox spinto.

Dieta macrobiotica

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Figlia del suggestivo ed evocativo oriente, la dieta macrobiotica è un regime alimentare millenenario che, come tutte le cose che richiamino alle discipline provenienti da Est, è infarcita fino al midollo di perle di saggezze e filosofia.

Gli alimenti sono suddivisi in Yin e Yang, acidi e basici, e il giusto equilibrio è data da un corretto bilanciamento tra di essi. Gli alimenti Yin sarebbero acidi e costituiti da latte, latticini, frutta, tè e spezie, mentre gli alimenti Yang, alcalini, sarebbero quelli rimanenti, cioè in massima parte carne, pesce e uova.

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Uno squilibrio tra i due principi universali, Yin e Yang, sarebbe all’origine di tutti i nostri accidenti e delle nostre malattie, ma con una corretta alimentazione potremo mettere ordine nel nostro corpo fisico, e tramite quello, riequilibrare mente, corpo, spirito e compagnia bella.

Che dite? Già sentito pure questo?

Beh, in fondo la dieta macrobiotica è vecchia di almeno cinquemila anni e, se non siamo troppo interessati a farneticazioni filosofiche o ragionamenti astrusi, possiamo comunque considerarla un regime praticamente innocuo e senza troppe controindicazioni.

Dieta crudista

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Bene fece Zeus, a punire quel ficcanaso di Prometeo incatenandolo a una rupe e lasciandolo lì a marcire in compagnia di un’aquila famelica. D’altronde, il giovanotto pensò bene di far dono agli umani del fuoco, con il quale i comuni mortali cominciarono a cimentarsi in una delle più pericolose arti dell’universo intero: quella di cuocere i cibi.

Ma per fortuna ci sono i crudisti a vegliare sulla nostra salute e alimentazione. Seguendo la dieta crudista, sono loro a ricordarci che molto spesso i preziosi nutrienti degli alimenti vengono irrimediabilmente deteriorati dal calore, o se ne vanno bellamente a zonzo per l’acqua di cottura.

insalata

E poco importa se non è esattamente così, poco importa se fior fior di chimici e scienziati si affannino a spiegare agli intransigenti crudisti che se è vero che alcune vitamine possono degradarsi con il calore, questo non succede con altri alimenti quali i carboidrati o le proteine, che anzi, proprio con la cottura acquistano maggiore digeribilità o, in alcuni casi, addirittura rendono maggiorente disponibili le sostanze nutritive per il nostro organismo.

Per i crudisti cuocere i cibi è una pratica malsana, esecrabile e abietta. Solo un leggero intiepidimento è concesso, a patto che non si superi il numero magico ed esoterico di 46 – diconsi 46 – gradi.

Tutto è il resto, è fuoco degli inferi.

E se lo sconcerto ci prende, di fronte a tanti e tali diete alternative, non ci rimane che farci due spaghetti al pomodoro: con quelli, non si sbaglia mai.