I pediatri sono in allarme perché sempre più bambini mangiano vegano, compensare l’assenza di carne, latte e uova è difficile, spesso c’è carenza di vitamina B12.
Okay l’ambiente. Okay gli animali. Okay le emissioni che causano inquinamento. Okay lo spropositato consumo d’acqua richiesto da un chilo di fiorentina. Va bene tutto ma i bambini? Dove li mettiamo, i bambini?
Se nessuno discute sul fatto che i consumi eccessivi di carne e prodotti di origine animale siano dannosi per l’ambiente e per la nostra salute, è pur vero che tra eccesso e nulla totale esiste una zona media che vale la pena di considerare.
I bambini non sanno di essere, o dover essere, onnivori, carnivori, vegani o vegetariani. Loro non sanno nemmeno da che parte sono girati: dipendono da noi, totalmente.
Anche, e soprattutto, in ciò che gli somministriamo come nutrimento partendo dal primissimo cibo: il latte della mamma (di origine animale, toh), passando per la mensa scolastica per finire con i manicaretti della nonna.
E proprio considerando il latte materno, primo e unico alimento per i lattanti, i pediatri lanciano l’allarme: il latte proveniente da mamme vegane è carente tra le altre cose di vitamina B12 (presente in carne, pesce, uova e latte).
E i bambini finiscono all’ospedale.
Con danni che la maggior parte delle volte sono neurologici –in quanto la carenza di vitamina B12 compromette seriamente la formazione dei neuroni– e che spesso comprendono danni psicomotori e ritardi: respirazione sbagliata, muscoli senza tono, atrofia del cervello.
Eppure ne bastano tre gocce al giorno per mettere i piccoli al riparo dall’anemia.
Certo, osserva Antonella Lezo, dietista dell’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino, “con i supplementi è teoricamente possibile far seguire ai bambini una dieta vegana, ma non è facile. A quell’età il fabbisogno di nutrienti è come un puzzle dai pezzetti piccolissimi”.
“Non è facile”.
Non è facile avendo le competenze di un professionista con anni di studio e pratica alle spalle, figuriamoci per dei genitori dietisti improvvisati, per quanto di buona volontà. Non basta fare mix di alimenti a casaccio dopo aver letto “Nutrizionista in 24 ore”.
Infatti, i casi di malnutrizione relativi a bambini anche piccolissimi in ospedale aumentano, con danni che possono essere irreversibili o comunque ancora riscontrabili dopo anni. Danni che spesso valgono ai genitori una segnalazione per maltrattamenti in Procura da parte dell’ospedale ma che soprattutto, nei casi più gravi, portano i bambini a ritardi psicomotori gravissimi o, nel peggiore dei casi, irreversibili.
Sicuri che sia proprio quello che vogliamo?
Non sarebbe il caso a volte di barattare l’intransigenza dura e pura con un po’ di rassicurante certezza per il bene dei nostri figli?