Diete? Fin che volete. Manca però un regime alimentare basato su criteri scientifici per nutrire il mondo in modo sostenibile, evitando i rischi legati ad abitudini alimentari sbagliate.
O meglio, mancava.
A elaborarla ci ha pensato la commissione Eat Forum-Lancet, che riunisce FAO, OMS e alcuni tra i massimi esperti di nutrizione e sostenibilità (dal professore di Harvard Walter Willett all’inventore del ‘chilometro zerò Tim Lang) con tanto di pubblicazione sull’autorevole rivista scientifica The Lancet.
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Partendo dalla dieta mediterranea, in versione “frugale”, quella praticata in Grecia alla metà del secolo scorso, il nuovo e universale regime alimentare ci suggerisce di assumere 2.500 chilocalorie al giorno.
Dosi e ingredienti della dieta universale
Espresso in alimenti e quantità, vuol dire che andrebbero mangiati quotidianamente in ordine decrescente all’incirca:
– 500 gr. di frutta e verdura;
– 250 di latticini;
– 230 di cereali integrali
– 75 di legumi;
– 50 di noci;
– 31 di zuccheri, aggiunti e non;
– 29 di pollo;
– 28 di pesce;
– 14 di carni bovine o suine o ovine;
– 13 di uova
tutto condito con olio extravergine di oliva o di colza (olii vegetali, insomma). Va da sé che, evitando di mangiare 14 grammi di carne rossa ogni giorno, se ne possono assumere 70 ogni 5 giorni.
Come si calcolano le quantità
Per chi, allergico alle porzioni pesate sulla bilancia, preferisce predisporle “a occhio”, la British Nutrition Foundation ha preparato una guida calibrata per un apporto di 2000 calorie al giorno sotto forma di schede “adatte a essere appese al frigorifero”. È possibile calcolare la quantità usando semplicemente le mani oppure un cucchiaio.
Chi vuole avventurarsi sappia che la guida si trova qui.
Non è uguale per tutti
Ma, come precisa il New York Times, la dieta universale non è così per tutti. Se lo studio consiglia una drastica riduzione del consumo di carne rossa alle persone che ne mangiano molta –in America del Nord si mangia oltre 6 volte la quantità raccomandata– non è così per alcune popolazioni dell’Asia meridionale, o altre tra le più povere del mondo, che hanno bisogno di assumere una quantità maggiore di proteine animali.
Fermo restando che per salvare sia noi che il pianeta è necessario raddoppiare a livello globale i consumi di frutta, verdura, legumi e noci, oltre a ridurre di oltre il 50% entro il 2050 quelli di zuccheri e carni rosse.
La componente ambientale
Nella sua componente ambientale, la dieta universale stabilisce obiettivi-limite nell’impiego di terra, acqua e nutrienti per rendere finalmente sostenibile la produzione agricola. Con zone d’intervento che includono etichettatura, tasse sul cibo, sostegno economico per gli alimenti sani e informazione.
Un progetto ambizioso che ha ricevuto consensi come prevedibili critiche. In particolare dagli industriali della carne, che hanno ricordato come il taglio delle proteine animali porterebbe a “peggiorare la malnutrizione, distogliendo l’attenzione dalle vere soluzioni per affrontare le emissioni di gas serra.
Anche in Italia, l’associazione di categoria “Carni Sostenibili” ha lamentato un attacco alle regole della dieta mediterranea sostenendo che l’emergenza per l’ambiente è ridurre l’uso di combustibili fossili nel settore energetico e dei trasporti”.
Ma gli esperti sono stati chiari: la dieta universale per salvare salute e pianeta prevede di ridurre il consumo di carne del 50% entro il 2050.
[Crediti | New York Times]