Dadi per brodo. Ammettiamolo: in fondo, li utilizziamo tutti. Per quanto i dadi stiano ai fanatici del cibo sano come la bistecca di manzo sta ai vegani, la maggior parte di noi ne fa ampio uso, magari soltanto per insaporire una minestra insipida o dare una marcia in più al risotto.
Eppure, nonostante questo ampio e spesso inconfessato consumo, che vede anche chef di blasone impiegarlo nell’acqua di cottura della pasta, il dado è spesso visto come un sotterfugio odioso, un ripiego, un bieco preparato che usiamo obtorto collo, costretti dai pressanti ritmi quotidiani.
In realtà, il dado è demonizzato, reso colpevole di nefandezze culinarie che non possono essergli ascritte. Complice anche il suo componente principale, il glutammato, con un nome vagamente da laboratorio e quella allure di chimico, che i fautori dei cibi genuini tollerano poco.
Il glutammato è un semplice amminoacido molto diffuso tra i vegetali, soprattutto pomodori, ma che si trova in buone concentrazioni anche in altri alimenti quali latte e funghi.
Il sapore dell’umami
Il gusto di glutammato viene isolato per la prima volta nel 1908 dal chimico giapponese Kikunae Ikea in una zuppa di alghe, che per il nuovo sapore -da aggiungere ai quattro già conosciuti, vale a dire dolce, amaro, salato e aspro– conia il termine “umami”, traducibile nella nostra lingua con “sapido”.
Non parliamo di un elemento di sintesi nocivo al nostro organismo o responsabile dell’insorgenza di allergie o intolleranze, per capirci.
Alcuni esperimenti effettuati in “doppio cieco” –né lo sperimentatore né il soggetto partecipante alla ricerca sanno quando verrà somministrata la sostanza sotto esame- non hanno mai rilevato allergie al glutammato, anche perché se esistesse la possibilità di essere allergici a un solo, singolo aminoacido, non si riuscirebbe più a mangiare alcun alimento.
Molti meno grassi di quel che si crede
Così come falsa è la percezione che il dado sia grasso: su un cubetto da 11 grammi, i grassi contenuti sono solamente 2 grammi.
Considerato che questi grassi vengono diluiti in acqua, la loro incidenza sul nostro organismo è del tutto trascurabile.
Chi ha detto coloranti?
Neppure è vera la credenza che il dado contenga coloranti. Il dado è infatti composto in maggior parte da sale, e da una minima parte di grassi. Inoltre contiene anche estratto di lievito, che è ciò che dona il tipico sapore “di dado”, o meglio di “umami”.
Il sale è tanto
Vero invece è che il dado è salato. Molto salato. Ben la metà del peso di un singolo dado del peso medio di 11 grammi è dato infatti dal sale.
In considerazione del fatto che la dose di sodio giornaliera raccomandata è di circa 6 grammi, ma che in genere ne assumiamo più del doppio, con 250 millilitri di brodo assumiamo il 40 per cento del fabbisogno giornaliero di sale.
La carne è poca
Così come è vero che il dado contiene poca carne. I dadi di carne contengono dallo 0,5 al 6 per cento di carne, e oltretutto vengono prodotti con tagli non certo pregiati, anche perché per ottenere un chilo di estratto occorre cuocere dai 30 ai 40 chili di carne.
In genere, viene utilizzato il muscolo di bovino.
Naturalmente, la carne non è presente per nulla nei dadi vegetali granulari. In quelli vegetali, invece, la percentuale di verdure non supera mai il 6 per cento.
Di conseguenza il dado può essere considerato perlomeno innocuo per la nostra salute, sempre se, ovviamente, consumato in quantità ragionevoli.
Ma se, nonostante tutto, non ci si vuole arrendere al pratico quadratino di gusto, esistono in circolazione diverse ricette per preparare un ottimo dado in casa.
La ricetta del dado fatto in casa
Questi gli ingredienti e le dosi per il dado di carne:
300 g di carne di manzo, pollo o maiale,
500 ml di acqua,
350 g totali di sedano e carote,
100 g di odori (prezzemolo, rosmarino, basilico, timo),
300 g di sale fino,
1 cipolla
2 cucchiai d’olio di extravergine d’oliva.
La preparazione è molto semplice:
— preparare, con la cipolla e le verdure, un classico soffritto;
— aggiungere poi la carne tritata e le erbe aromatiche. Il tutto dovrà poi esser fatto cuocere per circa due ore, aggiungendo il sale a metà cottura.
— A fine cottura, frullare il tutto ottenendo un composto omogeneo, stenderlo su un foglio di alluminio e fare solidificare un’intera notte in freezer, eventualmente coperto con un foglio di pellicola alimentare.
— Trascorso il tempo necessario, tagliare il composto, ormai solidificato, a cubetti, che potranno essere conservati in frigo dentro ad un barattolo di vetro per un periodo massimo di due mesi.
La ricetta del dado vegetale fatto in casa
Per il dado vegetale occorrono invece
500 ml di acqua,
250 g di sedano,
1 carota, 1 zucchina, qualche pomodorino, erbe aromatiche,
300 g di sale fino,
2 cipolle medie e uno spicchio d’aglio
2 cucchiai d’olio di oliva
— Procedere facendo rosolare tutte le verdure in padella e poi lasciandole cuocere per un’ora circa, aggiungendo il sale a metà cottura.
— A cottura ultimata frullare il tutto e rimettere sul fuoco qualche minuto per far asciugare.
— Procedere poi come per il dado di carne: stendere il composto su foglio di alluminio, far solidificare una notte in freezer e dopodiché tagliare a cubetti.
— E in poco tempo, avremo il nostro dado fatto in casa. Naturale come quello acquistato al supermercato e con il suo gustoso sapore di glutammato.
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[Crediti | Link: immagine: iFood]