E infine Cruciani incontrò il nazivegano. Stavolta però il giornalista urticante de La Zanzara non scappa col salame tra le gambe, non ce n’è bisogno.
A far scontrare i due titani di simpatia sono quelli de Le Iene con il format dell’intervista doppia. Così riescono a presentare due punti di vista che, dal vivo, si scazzotterebbero come maiali nel fango. E quindi?, direte voi. E quindi chi vince il confronto tra scelte alimentari?
Guardate il video e ditemelo voi chi vince.
Il fondamentalismo animale o quello pseudo-umanistico?
Chi dei vegetariani o vegani dotati di senno può dirsi rappresentato da tale personaggio, Valerio Vassallo del Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente (?), uno che non farebbe curare sua madre con un farmaco testato su animali?
Quale carnivoro, invece, in nome della provocazione non richiesta si può davvero riconoscere in uno come Cruciani che “le aragoste vive nell’acqua bollente sono una cosa meravigliosa”?
[Se proprio non volete cliccare sul link del video ecco un po’ di massime che decidete di perdervi:
Nazivegano: “Quello che è stato fatto al tempo di Auschwitz adesso lo stiamo facendo agli animali”.
Nazivegano: “Gli allevamenti devono essere aboliti”.
Nazivegano: “Il mio obiettivo è arrecare danno alle aziende che sfruttano gli animali a scopo di lucro”.
Nazivegano: “Se vedo una persona con una pelliccia in mezzo alla strada mi fa piacere danneggiare la pelliccia”.
Cruciani: “Come si macella un agnello? Si prende quella testolina, una pistola la punta e spara, poi si taglia il collo”.
Nazivegano: “Vedo una persona che mangia un panino? Se posso ci sputacchio dentro”.
Nazivegano: “Un mangiacadaveri (un carnivoro) mangia 10 animali all’anno, a questo punto meglio che muoia anche se è una persona, almeno salviamo 100 animali]
Sono una carnivora democratica, di quelle che non indossano sciarpe di salame e non godono all’idea dell’allevamento intensivo, ma davanti alla bistecca non si tirano indietro e, soprattutto, senza filetto al sangue morirei.
Insomma, per dirla con la cronaca di questi giorni, non sono della schiera dei nazivegani, anzi non ne ho particolare stima, ma nemmeno della categoria dei Cruciani, se una categoria di tale irritante portata possa davvero esistere.
Possibile che solo io non riesco a cogliere le provocazioni di Cruciani?
Sventolare un salame sotto gli occhi di animalisti taleban-vegani è solo un mezzo per poter parlare di persone con uno stile alimentare oltranzista e poco democratico.
Nessuno, a ora, mi ha schiaffeggiata in qualsivoglia ristorante mentre masticavo costolette d’agnello.
Dove stanno i nazivegani, normalmente? Siamo sicuri che siano in mezzo a noi? Siamo sicuri che quelli che mettono uomo e animale sullo stesso piano meritino spazio in tv?
E siamo sicuri che Cruciani non le abbia sparate già tutte in questi anni e ora cerchi solo un palchetto dove, da ragazzaccio, sparare le parolacce che in diretta non si dovrebbero dire, ahi ahi ahi.
Il mio stato attuale, leggermente altalenante nei confronti dell’alimentazione di origine animale, prevede un mix di sensi di colpa a targhe alterne, questioni irrisolte come quelle sui latticini (perché i latticini no, perché?), grigliate con spiedini e gite dal macellaio che le mucche “le tiene come figli”.
Non è che nella vita esistano solo bianco e nero, tofu o würstel, fruttariani o porchettari.
Qualcuno mi ha fatto notare che dovrei scegliere da che parte stare: capire se mi dispiace di più pensare al gozzo dell’oca o rinunciare al foie gras che mi guarda ammiccante dal piatto.
No, cari i miei moralizzatori di solo-carne o niente-carne: io resto nel mezzo. Non vince nessuno, io meno di tutti. Di certo non vince Cruciani o il nazivegano. Non vince l’agnellino. Non vince il produttore di tofu.
Vince solo chi ha la certezza di fare la cosa giusta, quella con la G maiuscola. E io ancora non ho capito quale sia la cosa Giusta. Ci sto lavorando.
Nel frattempo, La Zanzara mi fa ancora ridere, a volte, ma anche i folli veg non scherzano.
[Crediti | Link: Mediaset, Dissapore]