Cosa sta facendo il ministro Lollobrigida contro le vespe aliene che hanno ucciso le sue api?

Il Ministero dell'Agricoltura sta facendo abbastanza perché quello che è successo alle sue api non accada anche ai ventimila apicoltori professionisti italiani?

Cosa sta facendo il ministro Lollobrigida contro le vespe aliene che hanno ucciso le sue api?

Una notizia “straordinariamente grave”: inizia così il video struggente che ieri il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha inviato alla nazione per commentare la notizia del giorno,  la triste fine delle cinquantamila api contenute nell’apiario urbano tricolore sul tetto del Ministero. Una di quelle che lascia il ministro sgomento, con la voce rotta dall’emozione,  in un periodo in cui in effetti sembra non andargliene bene una, né a lui né ai suoi colleghi ministri, che se la vedono con casi pruriginosi e pericolosi, da cui Lollobrigida è saggiamente fuggito il più lontano possibile (o almeno così pare, stando alle rivelazioni del Fatto Quotidiano). E se pensate che il motivo del videomessaggio in mondovisione del ministro Lollobrigida sia qualcosa di importante, avete ragione, perché riguarda un progetto a cui il ministro teneva moltissimo e che è totalmente andato distrutto a causa di un invasore alieno.

Gli apiari ministeriali

Era il 19 maggio dello scorso anno e, alla vigilia della Giornata mondiale delle Api, proclamata dall’Onu nel 2018, il da poco ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida inaugurava, tutto felice e orgoglioso, l’apiario ministeriale, con tre casette delle api (tricolore sì, perché a loro piaceva anche “quel tipo di suggestione”) a dimostrare la straordinaria biodiversità di cui Roma poteva essere portatrice.

Un’iniziativa lodevole, in effetti, che grazie al video di ieri scopriamo anche aver prodotto del miele ministeriale da regalare in occasioni ufficiali, e ci è pure sembrata una cosa carina. Peccato però che le cinquantamila api del ministero siano state sterminate da quello che Lollobrigida definisce semplicemente “questo essere”, come se neanche riuscisse a dirne il nome. Un essere straniero, alieno, asiatico, un calabrone gigante che s’è infilato nelle arnie e ha preso possesso dello spazio delle api, uccidendole tutte.

E se è vero che, come dice Facebook (ah, come dite, era Einstein) che se le api sparissero dalla Terra allora l’uomo avrebbe le ore contate, allora il problema vespa orientalis è grosso assai.

L’apicoltura è un allevamento di serie B?

api

Ha ragione il ministro Lollobrigida: le api sono preziosissime, e il progetto dell’apiario urbano era davvero un’iniziativa carina. La popolazione deve essere sensibilizzata sempre di più sull’importanza delle api come naturale motore della biodiversità, e le api e chi le alleva vanno assolutamente tutelati. E chi tutela gli allevatori, se non il Ministro dell’Agricoltura?

Lo stesso che infatti non smette di difendere gli allevatori italiani dagli attacchi indistinti degli animalisti, il ministro Lollobrigida, spiega nel famoso video della vespa che nonostante lui non sia un apicoltore stima tantissimo chi ha questo tipo di “passione”. Eppure, il ministro Lollobrigida dovrebbe sapere bene che per molti apicoltori il miele e le api, pur tra enormi difficoltà, non sono una passione ma un lavoro. Consultando i dati della banca Dati Apistica, si scopre in Italia ci sono oltre 68mila apicoltori, di cui più di 20mila con partita iva e produzione immessa sul mercato. Non numeri giganteschi, a conti fatti, ma che bastano all’Italia per guadagnarsi una buona posizione tra i produttori europei e a far sì che il mercato sia in continua crescita, nonostante tutto.

Perché la verità è che gli apicoltori, a quanto pare, contano meno (non solo numericamente) di allevatori e pescatori. E questo nonostante l’importanza delle api venga riconosciuta anche dal Ministro Lollobrigida, e nonostante il Parlamento Europeo abbia più volte chiesto agli stati membri nuove azioni per proteggere le api e aiutare gli apicoltori.

Il Ministro Lollobrigida annuncia aiuti specifici agli alpicoltori, su cui – dice nel video – sta lavorando con il sottosegretario Luigi D’Eramo. Bene. Al momento, all’apicoltura la PAC dovrebbe destinare 17 milioni di euro/anno nel periodo 2023/2027 (garantiti attraverso finanziamenti pubblici derivanti per il 30% da fondi comunitari e per il restante 70% da fondi nazionali), che sono comunque decisamente meno dei 43 milioni di euro all’anno destinati a sostenere gli agricoltori che destinano parte della superficie agricola alla coltivazione di piante mellifere.

La questione vespa orientalis

vespa orientalis

E sulle vespe, questa specie aliena devastatrice di alveari? Come si muove il Ministero? Ha nominato un commissario straordinario come per il granchio blu? O milioni di euro di fondi di sostegno per gli apicoltori colpiti dal terribile animale devastatore (vedi sempre alla voce granchio blu)? Più o meno.

Ancor peggio della vespa orientalis sembra essere per gli apicoltori e per le api la vespa velutina, o calabrone asiatico, che comunque non è certo un problema nato ieri. La prima segnalazione in Europa è del 2004, e da subito si è capito il pericolo che costituiva per api e apicoltori. L’Unaapi, l’Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani, per dire, aveva lanciato l’allarme già dieci anni fa, auspicando una “strategia d’azione comune”. E in effetti è dal 2016 che è inserita dall’Unione Europea nella “black list” delle specie aliene invasive.

Anche la FAI-Federazione apicoltori italiani, che ha in carico la gestione degli alveari ospitati dal ministero dell’Agricoltura, ha dichiarato che “Il caso recente dell’aggressione da parte di Vespa orientalis all’Apiario MASAF è di fatto il ricorrente scenario dinanzi al quale si trovano gli apicoltori, anche professionali, impotenti dinanzi a tali predatori e bisognosi quindi di procedere, a proprie spese, al reintegro delle famiglie distrutte da questo vorace calabrone”.

L’Italia, bisogna dire, ha adottato alcune misure di gestione del calaborne asiatico sin dal 2022. Ma non è stato il Ministero dell’Agricoltura a occuparsene, bensì il Ministero della transizione ecologica. Con i fondi del Masaf, bisogna dirlo, l’istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha di recente condotto un progetto sperimentale per il contrasto della Vespa velutina, che speriamo possa dare qualche frutto.

Ma, tutto sommato, ci verrebbe da dire che la strage delle api ministeriali, patita sulla pelle stessa del Ministro, possa valere di più. O no?