Me le ricordo ancora le parole e le musichette degli spot sui prodotti dimagranti, quelli delle diete preconfezionate: dalle barrette ai sostituti del pasto, dalle pillole ai beveroni. I PesoForma e i vari Slim Fast, con la mitica erre moscia della spumeggiante Marisa Laurito a fare da testimonial, e persone comuni andare in tv per raccontare quanto è bello mangiare una barretta di cartone al posto degli spaghetti allo scoglio tra un tuffo e l’altro in vacanza. Questo trend sempre costante si è persino evoluto in veri e propri pasti dietetici a domicilio. Pronti all’uso, una scaldata nel microonde e sei sereno. Alcuni marchi, poi, incredibilmente perdurano e si sono adattati ai tempi che corrono. Uno in particolare è diventato addirittura il preferito dei giovanissimi, ispirati dagli influencer (fit influencer, food influencer, di-tutto-un-po’ influencer) che negli ultimi tempi hanno deciso di sponsorizzarlo.
Al netto della miriade di diete nome e cognome che ci accompagnano almeno dagli anni Cinquanta e che non finiranno mai di spuntare come funghi, il fatto che i prodotti dietetici continuano a vendere, e che addirittura si trasformano, è la prova che ancora in molti si affidano a essi. Senza giudizio alcuno, è un dato di fatto. Facciamo una panoramica di cosa offre il mercato oggi, e soprattutto di come le diete preconfezionate sono cambiate nel tempo.
Barrette e beveroni: dagli anni Novanta con furore
Ho scritto anni Novanta ma sicuramente possiamo andare anche più indietro nel tempo. Era tutto molto semplice (il che non significa positivo né giusto. Solo semplice): la barretta al cioccolato, di una consistenza non meglio identificata, che sostituisce uno o più pasti al giorno permettendoti di “non avere pensieri”, come cucinare o rinunciare al dolce. Le barrette PesoForma erano o al cioccolato simili allo sneakers, o una sorta di frolla farcita con una specie di confettura. In ufficio, a scuola, in vacanza, a casa: erano vendute per ogni situazione umana possibile, che il target fosse uno studente o una casalinga con a carico una famiglia numerosa.
Poi, c’erano anche i beveroni: stessa cosa delle barrette, ovvero sostitutivi dei pasti, ma in polvere da sciogliere in tot decilitri di acqua. Questi erano spesso legati ad aziende piramidali, vere e proprie famiglie di venditori al pari di Avon. Commissioni, incentivi, premi lussuosi: per dire che erano in molti a proporli, cercando di “lavorare da casa e fare bei soldi”. Infatti fino a pochi anni fa funzionavano tantissimo, sarà anche perché rispetto ad ora c’era sicuramente meno coscienza alimentare.
Pasti come dessert
Una cosa interessante dei prodotti dietetici o dei sostituti del pasto era la fermezza con cui questi si declinassero in versione dessert e non salata (o almeno, quasi mai). Erano sempre pasti cioccolatosi, vanigliosi, alla frutta, caramellosi (strano non esistano al pistacchio, visto che lo mettono ovunque): la cosa non è molto cambiata rispetto al passato, basta dare un’occhiata all’offerta nei supermercati. Chissà come fecero, all’epoca, ad avere l’intuizione che un dessert potesse essere apprezzato come sostituto di un pasto salato. A pensarci bene, mangiare una barretta di cioccolato al posto della pastasciutta è una proposta talmente in stile Willy Wonka da poter essere amata, proprio in quanto folle, fanciullesca, l’inconscio che vorrebbe vivere di soli dolciumi.
Interessante. Lo conferma anche la pubblicità di trent’anni fa, la ricordate? Una Michelle Hunziker giovanissima ad esporre il peso della “concorrente studentessa” che sale sulla bilancia davanti a tutti, ammettendo la sua terrificante mole di 66 kg. Dopo tre settimane di barrette come pranzo (“Pesoforma è buonissimo, sa di cioccolato, mi piace e anche alle mie amiche!”) si ripesa ed è 7 chilogrammi in meno. Ok.
Se Herba Life è granny, Food Spring è trendy
Le barrette, come scrivevo, ci sono ancora ma non ho davvero idea se ci siano persone che le acquistano con lo scopo di sostituire i pasti per davvero. Da profana, me le immagino più come alternativa alle centinaia di barrette proteiche ora in commercio: ovvero, usate come spuntino o integratore per lo sport più che come percorso alimentare. Potrei avere lo stesso dubbio sui beveroni, se non ne vedessi così spesso in giro, nelle borracce brandizzate.
I più famosi in assoluto al momento sono Herba Life (che ha soppiantato Slim Fast) e Food Spring. In sostanza sono la stessa cosa, cambia solamente il target. Sì perché per quanto si sforzi di essere associata a sportivi professionisti l’azienda Herba Life abbraccia di più le vecchie generazioni, mentre Food Spring è decisamente un target giovane e giovanissimo. Le/gli influencer scelgono di sponsorizzare Food Spring nei propri contenuti sui Social Network, Tik Tok in primis, vendendo i sostituti dei pasti (“Shape Shake”) ma anche integratori e creme spalmabili varie. Una testimonial su tutte? Ebbene non ci stupiamo: Chiara Ferragni, che parla soprattutto a ragazzini (ai quali proprio non servono consigli alimentari da fonti di tal calibro).
I pasti dietetici a domicilio: da Lemme a Mi Piace Così
Da qualche tempo, i pasti dietetici si sono evoluti: non più uno snack dolce tanto peccaminoso (di concetto, perché di sapore…) quanto fugace, bensì un pasto vero e proprio consegnato a domicilio. Pasto venduto come bilanciato e dietetico, con lo scopo di ottenere un calo ponderale. Sono due i nomi principali che mi vengono in mente, uno più di nicchia e l’altro sparato in televisione ogni tre spot pubblicitari. Nel primo caso abbiamo Alberico Lemme, farmacista dai modi discutibili che ha fondato prima un metodo e poi un’Accademia a Desio, tra i pionieri del metodo “dieta a domicilio“.
L’ho provata io stessa anni fa, e ne ho raccontato i dettagli. Anni dopo Lemme sono nate aziende fondate su tale principio e la più conosciuta ora è Mi piace così, per la quale fa da testimone il soprano Katia Ricciarelli. In sostanza, qualcuno (nutrizionisti freelance nella migliore delle ipotesi, o algoritmi nella peggiore delle ipotesi) studia dei pasti dietetici e bilanciati (vendendo, taluni, anche un servizio personalizzato sulle esigenze specifiche) e li spedisce a casa. Un’oggettiva differenza rispetto alle alternative in cui o non si mastica niente o si mastica pochissimo. Tralasciando, tuttavia, il concetto di deresponsabilizzazione e il fatto che se esistono ancora i professionisti e i percorsi soggettivi un motivo c’è.