Ieri mentre sfoglio pigramente il giornale, una pagina pubblicitaria mi risveglia dal torpore.
Dice “La cioccolata che fa benissimo”.
Leggo e il testo recita frasi di questo tenore:
“Nasce la nuova cioccolata funzionale arricchita con estratti nutraceutici naturali… La cioccolata funzionale è disponibile in quattro gusti golosi che ti offrono quattro diverse funzionalità. E per ogni gusto, protezione per i tuoi denti grazie a microRepair… I momenti che la Cioccolata Buonissima ti regala hanno il gusto unico del piacere senza rimorsi”.
Poi ci sono le immagini delle varie tavolette “funzionali” e per ognuna è indicata l’utilità: “Memoria e funzioni cognitive”, “Tono ed energia”, “Linea e bellezza”, “Buonumore”.
Il tutto realizzato da una ditta che si occupa di “Nutraceutica” (il neologismo molto anni Novanta che indicherebbe lo studio degli alimenti che fanno bene).
Personalmente, trovo l’abbinamento delle parole “cioccolata” e “funzionale” deprimente.
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A cosa serve la cioccolata? Che funzione ha? Non serve a niente! Non deve funzionare proprio per nulla. La cioccolata è buona e stop.
A cosa serve la musica? Esistono quadri detox?
Chi ha bisogno di curarsi, si curi. La cioccolata è fatta per godersela e nient’altro.
Chiunque abbia disturbi di “Memoria e funzioni cognitive” e pensi di risolverli mangiando tavolette, verosimilmente diventerà un disagiato e continuerà a non ricordarsi dove abbia parcheggiato (e quando ritroverà la macchina comunque non riuscirà ad entrarvi).
Ma poi: quanta cioccolata mangiano quelli che pensavo di trattare con il cacao i propri problemi di “Linea e bellezza”?
Questa cosa della salubrità sta veramente prendendo una piega surreale.
Il modo migliore per stare bene con la cioccolata è mangiarla molto buona in quantità modiche, come facciamo praticamente tutti noi appassionati di cibo.
E i denti basta lavarseli. Ci manca solo che un giorno inventino le banane con l’anticarie.