Chi va, chi viene. E se dalla Thailandia arriva il piatto assorbi calorie per contrastare l’obesità, in Cile se ne va via un uovo. Anzi, un ovetto. L’ovetto Kinder.
L’ovetto con cui molti di noi sono cresciuti, formato da un sottile strato di cioccolato che racchiude la (dannatissima) sorpresa da assemblare –per venirne a capo spesso servono una laurea in ingegneria meccanica e un montatore Ikea– rende più grande la gioia dei piccoli consumatori che prendono così due piccioni con una fava: si gustano un dolcetto e in più hanno un giochetto, con buona pace della rima.
Ma ora, in Cile non sarà più così: Il 27 giugno, infatti, entrerà in vigore una nuova legge anti obesità, considerato che il Paese, dopo il Messico, è il secondo per tasso di obesità in America latina, e che quasi il 10% dei minori di cinque anni è considerato obeso e il 30% di quelli maggiori di 7 anni è in sovrappeso.
Questa legge vieterà anche la vendita di prodotti contenenti oggetti che esercitino “attrazione” sui bambini, cioè giochini e sorpresine varie.
Praticamente, una legge anti ovetto Kinder (e anti Happy Meal di McDonald’s). Che i bambini cileni non avranno più la gioia di assaporare.
E sì, che potranno mangiare comunque altro cioccolato, anche Kinder volendo (ma senza giocattolini annessi o sorprese), sì che potranno trovare altrove giochi e pupazzetti (non annessi a dolcetti, ovvio), però, però non sarà la stessa cosa.
L’ovetto Kinder, in Cile come in Italia, è un classico che non si sostituisce facilmente, è un prodotto unico, ben studiato, amato e anche relativamente innocuo, se non si esagera, come per ogni cosa.
Ma i bambini cileni devono aver esagerato. E ora, giustamente, stanno senza ovetto.
Ma che vita triste senza ometto Kinder.
[Crediti | Il Fatto Alimentare]