In Francia la legge che obbliga i supermercati a evitare lo spreco alimentare è in dirittura d’arrivo. I punti vendita con una superficie superiore ai 400 metri quadrati sono obbligati a donare agli enti del terzo settore, usando la rete del volontariato, i prodotti in scadenza o invenduti.
Per le infrazioni sono previste multe a partire da 75mila euro.
Non basta.
Dopo i supermercati, la Francia si pone come Paese d’avanguardia nella lotta allo spreco alimentare anche nei ristoranti e nei bistrot.
Per la precisione tutti i locali che servono almeno 180 pasti al giorno, incentivati a distribuire doggy bag, le schiscette per portare a casa gli avanzi.
Ogni anno in Francia vanno a finire nel cestino circa 8 milioni di tonnellate di cibo.
Non va dimenticato tuttavia che buona parte dello sperpero avviene a casa nostra.
In Italia lo spreco di cibo domestico vale in tutto 8,4 miliardi di euro l’anno, in altre parole 6,7 euro a famiglia per settimana. Sono dati in difetto, probabilmente, perché lo spreco reale è superiore a quello dichiarato (dati Waste Watcher).
Tra le cause ci sono le nostre insicurezze: sovente confondiamo il termine minimo di conservazione con la data di scadenza.
Meglio ripetere allora che la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…” garantisce la perfetta qualità (gusto, fragranza, caratteristiche nutrizionali) di un prodotto fino alla data indicata. Ma gli alimenti conservati correttamente si possono consumare anche dopo questa data.
Invece, la dicitura “da consumarsi entro” indica la data oltre la quale il prodotto inizia la fase di deterioramento a causa della proliferazione batterica.
Per tagliare lo spreco alimentare vediamo attraverso questa serie di infografiche quali sono gli alimenti che è possibile mangiare anche da “scaduti” e quali al contrario è bene gettare.
Ancora una cosa.
In Italia lo spreco genera 30 milioni di tonnellate di immondizia, tra gli imputati principali figurano anche gli imballaggi.
Oltre un italiano su 2 è disposto a spendere qualcosa di più pur di averne che favoriscano l’uso del prodotto, riducendo di conseguenza lo spreco.
Siamo convinti che siano utili allo scopo imballaggi piccoli, mentre lo spreco maggiore si annida nelle confezioni grandi aperte da tempo.