Leggenda vuole che per una bella tintarella sia utile mangiare carote. Ma è vero che rimpinzarsi di carote aiuta, o anche questa diceria è da considerarsi una fake news senza tempo?
Risponde il presidente della Società italiana di Scienze dell’Alimentazione, Andrea Ghiselli, in un’intervista rilasciata al Corriere (non online).
Per quanto non esistano cibi abbronzanti di per se stessi –afferma Ghiselli– alcuni nutrienti presenti nei vegetali di colore rosso, arancione e giallo, come il beta-carotene delle carote e il licopene dei pomodori, stimolano la formazione delle melanine, i pigmenti della pelle responsabili del nostro colorito.
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Il beta-carotene, in particolare, è quello più utile allo scopo, ragione per cui, mangiare vegetali di colore rosso o arancione come albicocche, angurie, meloni, pomodori, zucche e peperoni può effettivamente agevolare la formazione del colorito ambrato.
Oltre a questo, i carotenoidi esercitano un ruolo protettivo perché aiutano la pelle a contrastare il danno ossidativo causato dai raggi UVA, idratandola e nutrendola. Predisponendola cioè a ricevere meglio l’irraggiamento solare. Senza con questo sostituirsi in alcun modo ai fattori protettivi delle creme solari.
In assoluto gli alimenti che contengono più beta-carotene sono cavolo verde, carote e spinaci, mentre a detenere il record di licopene sono angurie, pomodori e papaye.
[Crediti: Corriere della Sera]