Mica vogliamo privarvi di uno dei pochi piaceri non ancora castigato dalle agenzie internazionali, di quelle impegnate h24 a salvarci la vita da qualsivoglia pericolo alimentare, credeteci.
Tuttavia ci tocca dirvi che un nuovo studio conferma come la crosticina croccante formata dalle lunghe cotture, quella che fa crunch crunch –così buona da farci trangugiare fette di pane o patate fritte sbruciacchiate una dopo l’altra, quella cosa lì insomma, che poi sarebbe l’acrilamide, è cancerogena.
Sotto la scure del giudizio alimentare, non li avevamo citati a caso, soprattutto due alimenti: patate fritte o arrosto e pane tostato.
L’acrilamide si forma quando i cibi che contengono amidi vengono esposti alle alte temperature (160-180 °C), oppure in processi industriali con temperature superiori ai 120°. E’ stato calcolato che circa un terzo delle calorie che ingurgitiamo proviene da cibi contenenti acrilamide.
La Food Standard Agency (l’agenzia britannica per la sicurezza alimentare) ci informa che la sostanza e la sua pericolosità sono state scoperte soltanto nel 2002, ma che probabilmente ci siamo nutriti di acrilamide sin dalla scoperta della cottura. Insomma, stando alla Fsa ci stiamo scavando la fossa da soli.
E più patate e pane sono croccanti, maggiori sono le quantità della sostanza. Di conseguenza, maggiori esposizioni al cancro. Lo studio è stato condotto su 50 campioni di cibo analizzati in laboratorio.
Attenzione, le patate devono avere il colore più chiaro possibile mentre il pane deve essere tostato solo a livelli accettabili (accettabili per chi?!), senza le goduriose crosticine. Anche aggiungere panature e friggere è sconsigliato.
Infatti un chilogrammo di pane tostato “a sufficienza” contiene solo 9 microgrammi di acrilamide, mentre bruciacchiato arriva a 167 microgrammi.
Le patate incarnano il male: quelle fritte a lungo contengono 1,052 milligrammi di acrilammide, mentre ne dovrebbero contenere circa 50 volte in meno con una cottura normale. Il record appartiene a patate fritte o cotte al punto da essere croccanti (le più buone cioè): 490 milligrammi, ben 80 volte in più la dose normale consentita.
La Fsa in un report che accompagna lo studio, non proibisce di certo l’utilizzo di certi alimenti, ma ne consiglia una diversa cottura: più leggera e soprattutto a minor temperatura, per evitare sovraesposizioni a malattie cancerose.
Facile a dirsi.
[Crediti | Link: Telegraph]