Chi non ha mai sperimentato quell’improvviso stimolo doloroso che dalla punta del naso s’irradia fino alla fronte —come se il cervello per qualche attimo si congelasse— che rovina il piacere di mangiare il gelato?
Un dolore intenso ma per fortuna fugace con un nome preciso e complicato, ganglioneuralgia sfenopalatina, più noto come “mal di testa da gelato”, che capita ai primi morsi di un alimento o di una bevanda molto freddi.
Ma come mai si presenta, qual è la causa e, soprattutto, cosa possiamo fare per ridurlo o evitarlo del tutto?
Ora a rispondere sono i neuroscienziati della Scuola di Medicina e Odontoiatria di Londra:
“il fenomeno, chiamato in inglese ‘brain freeze’ si verifica quando una sostanza fredda viene a contatto con la parte terminale del palato, vicino alla gola. Se il fascio di nervi in questa parte della bocca avverte qualcosa di freddo, invia un messaggio istantaneo al cervello, provocando una immediata reazione delle arterie e dei vasi sanguigni”.
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Il dolore, che si avverte principalmente nella parte frontale, tra le sopracciglia, viene rilevato dai recettori del rivestimento esterno del cervello, le meningi, che è anche lo spazio dove due arterie —la carotide, che passa nella parte posteriore della gola, e quella cerebrale anteriore— si incontrano.
Il freddo causa contrazioni e dilatazioni di queste due arterie che il nostro cervello codifica come dolore. Indicato nella disciplina medica come un vero mal di testa, per quanto di breve durata, il “brain freeze” è di per sé innocuo e non associato ad alcuna patologia neurologica.
Ma esiste un modo per eliminare o prevenire questa reazione? Per gli scienziati sì, la soluzione ha a che fare con il calore. Per quanto i rimedi non siano menzionati in alcun manuale medico, bere lentamente un po’ di acqua tiepida, ma non calda, mitiga la sensazione di freddo nel palato.
Così come premere la lingua o la punta di un dito contro il palato, verso la parte terminale, in modo da riscaldare i nervi lì presenti.
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Altro consiglio è quello di mangiare i cibi particolarmente freddi cercando di posizionarli prima nella parte iniziale della bocca, meno vascolarizzata, evitando le delicate terminazioni nervose situate nella parte posteriore, quelle che innescano il “brain freeze”, o ancora riscaldare leggermente il cibo prima di ingerirlo.
Ma in fondo, considerati i tipi di rimedio consigliati, a base di dita in bocca e gelati riscaldati, il metodo migliore resta forse il solito: aspettare stoicamente pochi secondi, durante i quali il dolore svanirà, e riprendere a gustare il gelato, magari con un po’ più di calma.