A forza di sentirci dire cosa dobbiamo mangiare per non morire (la carne rossa è cancerogena, le farine sono raffinate, nelle mele c’è il pesticida, lo zucchero bianco è tossico) ci siamo assuefatti. Ormai dividiamo il cibo tra buono e cattivo, alimenti da mangiare o da evitare.
Prendi i carboidrati, che nella fase in cui i grassi erano considerati il male assoluto, passavano per sostanze affidabili. Adesso li accusano di tutto, dal diabete alle malattie cardiache fino alla grande epidemia di obesità.
Noi ci crediamo e ci adeguiamo. Per senso di responsabilità o scrupolo salutistico.
Poi apri il Guardian e scopri che la tua nuova consapevolezza si basa luoghi comuni, negligenza, deduzioni scientifiche provvisorie.
E invece di bestemmiare in cirillico lo riporti in un nuovo post per Dissapore sui falsi miti dell’alimentazione. Che fa il paio con quello scritto nel 2014, ancora gagliardo e attuale.
1. La pasta fa ingrassare
L’ossessione anti-carboidrati infuria e nel turbine è finita anche la pasta nonostante i tentativi recenti di riabilitarla.
Nel novembre scorso Barilla (sì, proprio lei) tuonò contro i low-carb sostenendo che non tutti i cereali raffinati sono uguali, e la pasta non rientra nella stessa categoria di biscotti, torte e dolci in generale.
La pasta ha un indice di sazietà alto che dura più a lungo, mentre i carboidrati contenuti nei prodotti da forno comportano un brusco innalzamento del livello di insulina nel sangue, e un senso di sazietà “falsa” destinata a sparire in fretta.
La pasta cotta al dente (da 5 a 6 minuti) non è solo un fatto di gusto: mantiene basso l’indice glicemico rallentando la gelitinizzazione dell’amido (il processo che lo rendo attaccabile dagli enzimi digestivi).
Infine il sapore: davanti al richiamo di un piatto di pasta fumante non c’è pennetta integrale che tenga.
2. Latte intero: il ritorno
Dopo un mezzo secolo passato a nutrirci di latte parzialmente scremato oppure totalmente scremato in nome della linea, tanto da averlo trasformato in una brodaglia insapore e semi trasparente, il latte intero ritorna protagonista.
Un corposo studio pubblicato lo scorso anno ha dimostrato come le persone che consumano latte intero hanno meno probabilità di sviluppare la cosiddetta sindrome metabolica, cui sono associati obesità e disturbi cardiaci.
Quindi, perché privarci del piacere del latte intero, ricco di proteine (35 grammi su 1 litro di latte), grassi (37 grammi) zuccheri (45 grammi), Vitamina D, oltre che di fosforo, necessario a ossa, denti e unghie?
Il latte parzialmente scremato è nel sapore una parodia del latte. Abbiamo sacrificato il gusto al tempio della sicurezza e questi sono i risultati.
3. Carne rossa killer sì o no?
Paleo-diete a parte, la carne è una innegabile fonte di proteine, vitamine, ferro, grassi buoni: proprietà che nessuno allarme, come quello dell’ottobre scorso sulla carne cancerogena potrà mai negare.
L’allarme è scattato in seguito alle segnalazioni dell’OMS che ha parlato, è necessario ricordarlo, di insaccati e carni processate, oltre che di cotture a temperature alte e improprie.
Chi non vuole rischiare col metodo di produzione può rivolgersi alle crescenti tendenze grass fed. Non è detto che sia necessario rinunciare all’hamburger.
4. I datteri, nuovo zucchero?
Si era già detto: il 2016 sarà l’anno della frutta secca. Già molto coccolata dalla stampa, usata praticamente ovunque, dalla pasta all’insalata, sta per prendersi definitivamente la scena.
In particolare i datteri.
Non esattamente parchi di calorie (ci aggiriamo intorno alle 250/100grammi secchi), ricchi di fibre e con un indice glicemico basso (aridaje), assorbono il corredo genetico del terreno ferroso che ospita le piantagioni, ricchissimo di sali minerali.
Sembra che lo zucchero dei datteri sia migliore di quelli che abbiamo utilizzato finora, raffinati o di canna che fossero, tanto che i datteri disidratati potrebbero sostituire i dolci a fine pasto, dando comunque soddisfazione al palato.
100 grammi di zucchero sono solo 100 grammi di zucchero, ma 100 grammi di datteri hanno il 68% di zuccheri e ferro, rame, zinco e sali minerali in abbondanza.
5. Cavolo riccio, il nuovo superveg
E’ noto come kale, noi diciamo cavolo riccio. Più ricco di calorie rispetto ai parenti broccoli (33kcal), il cavolo vive il suo momento d’oro grazie alle vitamine di cui è portatore, un vero alfabeto: A, K, C, B6, Manganese, Calcio, Rame, Zinco.
Ricco di antiossidanti, sempre utili contro i radicali liberi, sembrerebbe bloccare l’insorgere di malattie degenerative, incluso il cancro.
E’ un contenitore di sostanze chiamate sequestratori di acidi biliari, cioè quelle sostanze che aiutano l’assorbimento di colesterolo totale nel corpo, prevenendo anche le malattie cardiovascolari.
Vuoi mettere poi la quantità/prezzo?
6. Olio di cocco? Per friggere, grazie
Ovviamente, qualunque olio raffinato e trattato chimicamente sarebbe da evitare, ma la riabilitazione dell’olio di cocco è partita qualche mese fa.
L’olio di cocco, ottenuto a freddo dalla premitura della materia grassa, è stato definito tra i migliori per friggere, in quanto ha un alto punto di fumo (cioè la temperatura cui un certo olio diventa tossico).
L’olio di cocco non raffinato non viene alterato dalla cottura e quindi risulta innocuo, a differenza degli altri oli vegetali. Ricco di effetti antivirali e antibatterici, i suoi acidi grassi buoni entrano direttamente in circolo come energia nel nostro corpo, senza essere accumulati come grassi.
Non è invece l’ideale per i condimenti a freddo, perché il sapore non è molto gradevole. Questo, unito al prezzo non proprio economico, lo rendono ancora poco diffuso.
7. Brodo, brodo, brodo: una superstar
Mangiamo ossa di animali dal Paleolitico, più o meno. Ma il brodo di ossa è tornato in auge grazie alla Brodo Broth Company di New York, azienda di successo guidata dal cuoco italo-americano Marco Canora.
Il brodo di ossa si è dimostrato un sostituto low-cost di supplementi proteici altrimenti molto costosi: qua non parliamo di un brodino sciacquo. Il marchio newyorkese ci fa scegliere anche la tipologia di brodo: brodino di pollo biologico, misto di pollo, tacchino, manzo, oppure manzo con ginger.
Va forte anche la versione da passeggio, in onore al successo dello street food.
Le cartilagini e i tendini disciolti nel liquido si sono dimostrate fonti importanti di glucosammina e condroitina.
8. Kimchi: il piatto corano che allena il sistema immunitario
Le verdure fermentate, piatto tipico coreano, non sono certo una scoperta recente.
Kimchi è un piatto composto da due parti: verdure e spezie, in particolare peperoncino. Le verdure utilizzate, principalmente cavolo cinese e similari, vengono lasciate marinare con il sale per trenta minuti, poi si condiscono con cipolla e le spezie. Successivamente, si lascia riposare il composto per una settimana circa in un’anfora di terracotta.
Ed è lì che inizia la fermentazione vera e propria, il festival dei batteri grazie ai quali introduciamo nel nostro organismo fermenti e microrganismi che servono a migliorare la vita dell’apparato digerente, spesso minato da cibi ricchi di conservanti, aiutando a disintossicarci.
Beh, ovviamente ci sono anche esperimenti poco appetibili, come la pizza kimchi. Il vostro sistema gastrointestinale potrebbe gradire, siete abbastanza coraggiosi da provare?
[Crediti | Link: Guardian, Dissapore]