Luca Zaia, Ministro delle Politiche Agricole, ha chiuso il suo account su Vinix, uno dei più popolati social network dedicati al vino. Con una laconica motivazione, lo staff del ministro vuole “rendere il sito www.lucazaia.it l’unico luogo di creazione di contenuti web”. Non comprendo questa specie di arretramento. Fare della home page personale di Luca Zaia – nemmeno del sito ufficiale del Ministero – l’unico “luogo di creazione di contenuti”, mi pare una strana forma di personalizzazione del ruolo ministeriale. Il sito non è solo intitolato al nome e cognome del Ministro, ma presenta le caratteristiche tipiche di una pagina di partito, col sole delle Alpi che brilla alto e il leone di San Marco, nonché i link ai siti di Lega Nord. Un po’ come vedere la falce ed il martello sul sito di Diliberto, identificato con quello del Ministro di Grazia e Giustizia, ai tempi del governo D’Alema.
La decisione ha ottenuto l’immediato effetto di far sospirare un gran numero di netizen (cittadini della rete), si leggono commenti del tipo: “in America Obama viaggia in 2.0 mentre qui in Italia siamo ai tempi della pietra” (da Bele Casel). Oppure: “non esserci è solo un’opportunità in più persa per diffondere e far circolare le proprie idee” (Fabio Ingrosso).
I mille rivi della comunicazione in Rete, per infiniti e caotici che siano, possono essere validamente riordinati in molte maniere; quelli tra di noi che seguono i flussi tematici cibo-e-vino, adoperano volentieri qualunque ordigno social possa vagamente arricchire i patrimonio di informazioni. Se ripenso a cosa era il mio mestiere solo dieci anni fa, paragonato ad oggi, non trovo le parole per dire quanto sia aumentata, in misura esponenziale, la possibilità di aggiornarmi, informarmi, e migliorare il mio lavoro. Quando il Ministro annunciò la sua sottoscrizione al social network di Vinix vidi, in sostanza, un altro segno positivo di buon funzionamento dei canali di comunicazione, anche in capo ad un politico per la verità alquanto distante dalle mie vedute. E questo è un dettaglio, certo.
Se la presenza in rete di un ministro ha ruolo istituzionale, di comunicazione di fatti od eventi di pertinenza ministeriale, non si capisce perché rinunciare ad un canale comunicativo facile e rapido come un social network; per aumentare le visite o le pagewiew a LucaZaia.it? Non si capisce questa forte identificazione partitica di elementi comunicativi che, in teoria, dovrebbero essere super partes. Questa decisione sembra fatta apposta per dimostrare, ancora una volta, un approccio alle cose della Rete non degno di una classe politica contemporanea; suscita molti sentimenti, ma tra questi non c’è la sorpresa.