“Oh no, un altro manuale di sopravvivenza per la fiera!” – perché, voi sopravvivete facile? Ma beati. Noi, qui, si sparge saggezza per visitatori, espositori e passanti. Cominciamo con una bella novità circa i parcheggi: “dal 3 febbraio entrerà in vigore la nuova regolamentazione per la sosta nelle zone limitrofe il quartiere fieristico. Nel perimetro comprendente Stradone Santa Lucia, via Golosine, via Po, Largo don Giovanni Calabria, via dell’Industria, via Monfalcone, via Centro, via Volturno, via Scuderlando, viale dell’Agricoltura, viale del Lavoro, via Scopoli, viale della Fiera, sarà consentita la sosta con disco orario per un’ora tra le 8.00 e le 19.00. Tale regolamentazione non include ovviamente i parcheggi a pagamento (sic).” Chiaro? Quindi, se eravate il genere dei mattinieri che alle 8,30 parcheggiavate l’ammiraglia nei dintorni, quest’anno fate attenzione. Che poi, essere mattinieri durante la fiera, ma ci riuscite? Le sere sono costellate di feste, cene, lapdance, ricchi premi e gozzoviglie; quelli che esagerano, la mattina dopo si riconoscono con un’occhiata, in coda all’ingresso: moderatevi, se dovete essere produttivi. Tornando ai parcheggi: io quest’anno sperimenterò l’uscita Verona Nord, per “raggiungere direttamente il parcheggio gratuito dello Stadio, da dove un autobus, a pagamento (1 euro a persona), collegherà al quartiere espositivo”.
Se qualcuno preferisce i taxi, Unione Radiotaxi Verona promette scintille – anzi, ho parlato con un loro funzionario, che mi ha confermato: esiste un sistema di taxi collettivi per raggiungere (esempio) la stazione; tuttavia questi taxi hanno un sistema un po’ naïf per collettivizzare la corsa, pare che fuori della fiera ci saranno dei tipi che offriranno a voce il servizio (testuale). Se questo vi ricorda il bagarinaggio dei biglietti all’entrata, non siete soli.
Sui biglietti e sui costi d’entrata abbiamo pianto tutte le giaculatorie possibili e non è il caso di ripetersi. Una volta dentro, il miglior consiglio che posso darvi è: mappatevi le coordinate; qui potete fare il lavoro preventivo di segnarvi, minuziosamente, le postazioni delle aziende che desiderate visitare; cercare di fare la stessa cosa, una volta dentro, è quasi disperante, gli info point sono normalmente presi d’assalto da torme di disinformatici; lavorate d’anticipo e risparmiate un sacco di tempo. Sugli assaggi, lasciate che ri-faccia un’unica, fondamentale raccomandazione: dovete sputare sempre. Lo so che è una cosa strana, non siete abituati, lo so che è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente; tuttavia, dopo dieci assaggi senza sputare, la vostra capacità di valutazione si obnubila assieme a tutto il resto. Che siete venuti a fare, al Vinitaly?
Poi ci sarebbero gli espositori, i quali avrebbero pure loro diritto a sopravvivere, direi. Armatevi di pazienza, ragazzi; già avete speso un botto, perchè si sa che partecipare al Vinitaly costa cifre sesquipedali; adesso considerate che siete in fase public relations, che i visitatori che vi assaltano sono gli stessi che vi idolatrano e vi adorano, giacché siete quanto di più cool al mondo (a parte gli chef stellati): siete vigneron! Ma beati voi. Anche quando prenderanno il vostro stand per un wine-bar, sopportate; semmai siate duri nella selezione, come sempre: prima vengono i Giornalisti iscritti all’Ordine, poi quelli Sedicenti, poi arrivano i buyer stranieri, poi quelli italici, e via via in ordine di censo, fino al compratore finale che vi sfinirà per chiedervi una bottiglia di ricordo (a proposito: non si può; lo dico al visitatore, non all’espositore, che lo sa a memoria). Occhio, da ultimo, alla losca figura dei tantissimi wineblogger, ormai un esercito, di cui sicuramente sentivate la mancanza; quella è gente dal grilletto post facile.
A tutti voi, espositori, vi giunga uno dei miei auguri preferiti: buon fatturato.