“Jack of all trades, master of none”. Abile in tutti i mestieri, maestro in nessuno.
Questo il significato di “Master of none”, una delle prime serie trasmesse da Netflix, nell’ottobre 2015, e che ha portato rapidamente al successo il comico americano Aziz Asari, che ne è anche l’autore.
La serie, composta da dieci episodi tutti visionabili nello stesso istante, aveva (e ha) per protagonista un ragazzo americano di origini indiane, Nev Shah, in cerca di un destino come attore a New York, ed è una sorta di commedia leggera comprensiva di gag, scenette e situazioni comiche sul modello delle sia-com romantiche, ma con un taglio contemporaneo.
D’accordo, ma come mai se ne parla su Dissapore?
Perché la fortunata serie è appena ritornata su Netflix.
E perché il primo dei nuovi dieci episodi, visibile da un paio di giorni e girato in bianco e nero, è ambientato interamente in Italia. A Modena, per la precisione.
Nell’episodio modenese, Dev Shah, che alla fine della prima serie avevamo lasciato alle prese con un rapporto ormai finito con Rachel, vive nella piccola cittadina emiliana. Si è fatto degli amici, vive sereno ma in fondo non è felice.
Fino a quando un giorno, in un ristorante che, purtroppo per lui, non è quell’Osteria per cui oggi Modena va famosa e di proprietà di tal Massimo Bottura, incontra Sarah.
I due, single entrambi, si intrattengono piacevolmente, si scambiano i numeri di telefono e decidono di rivedersi nel fine settimana. Peccato che, non appena Sarah si è allontanata in taxi, a Dev venga rubato il telefono, suo unico contatto per poterla rintracciare, non conoscendo né cognome né indirizzo della ragazza.
Il nostro passerà la giornata cercando di rintracciare Sarah tramite Internet, recuperando solo uno scomodo messaggio di auguri da Rachel.
Ma trama a parte, il primo episodio di questa nuova serie di “Master of none” è un chiaro omaggio all’Italia, a Modena, soprattutto alla nostra tradizione culinaria: nella città emiliana, Dev inizia la giornata con un un caffè espresso al bar, ha trovato lavoro in un negozio di pasta fresca e quando incontra Sarah si godono dell’ottimo vino e un piatto di pasta giudicato “so good!”.
Persino mentre i poliziotti arrivano infine a casa del ladro, dove la madre sta apparecchiando tavola, rimangono così colpiti dal buon odorino di cibo che proviene dalla cucina da auto-invitarsi a pranzo, dopo aver assaggiato il ragù direttamente dalla pentola: “sembra ottimo –dice il poliziotto–. Le dispiace se mi accomodo per pranzo?”
E una dopo l’altra scorrono immagini del bar Schiavoni, del bar Cappuccino da Angioina a due passi dal mercato, della gloriosa trattoria Aldina, che al mercato sta di fronte, del Menomoka caffè, locale di Corso Canalchiaro.
Del resto, gli autori, per documentarsi al meglio, non hanno tralasciato di frequentare locali e ristoranti emiliani, facendo tappa all’Osteria Francescana di Bottura, dove hanno provato dei tortellini definiti “incredibili”, ma hanno anche avuto modo di apprezzare altri ottimi locali di cui l’Emilia abbonda, tra cui l’Hostaria Giusti, sempre a Modena.
Mentre nel secondo episodio la scena si sposterà invece a Pienza, in Toscana, giudicata dagli autori unica e meravigliosa.
Quale migliore spot per l’Italia, per la nostra cucina e anche per Modena ? E non solo dalle parti di Via Stella…
[Crediti | Link: Vulture, Il Post]