L’Italia si sta allineando alle città del Nord Europa in cui il “mercato con cucina” è una realtà assodata. Un modo accessibile per comprare e mangiare bene.
Nuove corti del gusto nate dal recupero urbanistico e infarcite di street food dove mangiare pietanze cucinate dalle botteghe secondo ricette della tradizione locale, o dove fare la spesa tra Dop, bio, chef, pane e la pizza a base di lievito madre, pesce fresco, estratti di frutta, i formaggi e salumi tipici, tortellini da passeggio e dispenser per il vino.
Così scrivevamo alcuni mesi fa presentandovi i 7 mercati italiani dove mangiare e fare la spesa, tra questi spiccava il Nuovo Mercato Testaccio.
Il modo che Dissapore s’è inventato per raccontarvi il mercato romano, è di misurare il potere di acquisto dei nostri sudati risparmi. Vale a dire, quali specialità riusciamo a portarci a casa da una visita al Nuovo Mercato di Testaccio con un budget di 50 euro?
(Ricordate? Avevamo fatto la stessa cosa per El Bocon del Prete, gastronomia di Bassano del Grappa e luogo di culto gastronomico per gli appassionati).
1. PANINO CON L’ALLESSO
Mordi e vai! (box n.15) – 3.50 euro
Premessa: c’è chi a Testaccio va per fare la spesa e chi, proprio grazie a questo box, ha scoperto che nel mercato si fa (anche) la spesa.
Perché Sergio Esposito, a forza di citazioni sulla stampa di settore (non solo, ne ha parlato anche il New York Times) e rivisitazione della cucina romanesca, è diventato il simbolo dello street food locale, con il suo celebre panino con l’allesso.
Una specie di lampredotto “de noaltri”, con il panino morbido a forma di ciabatta pucciato nel brodo della carne lessa, che in questo caso è la scottona (bovino femmina che non ha mai partorito: carne scelta, manco a dirlo).
Noi prendiamo quello che Esposito definisce il suo cavallo di battaglia: la versione con cicoria ripassata, che alza il prezzo di 50 centesimi. Non fatevi scoraggiare da coratella, rognoncini e trippa alla romana, provatelo, ne vale la pena.
2. PANE AI CINQUE CERALI CON I SEMI
Romeo all’Emporio (box 33 e 42) – 9 euro al chilo
Partiamo dall’essenziale: il pane. Ci rivolgiamo al forno di Cristina Boweman, stella Michelin per Glass Hostaria, nel cuore di Trastevere) che illumina anche la bancarella del mercato di quartiere con Cups: piatti caldi e freddi in vaschetta, anzi, meglio: in versione da passeggio.
Il suo emporio al mercato è anche gelateria, bottega e panificio.
Poche pagnotte ma ipnotiche: ciriole, ciabatte, baguette e filoni. Il “rustico” è fatto con farina semi-integrale macinata a pietra (Bowerman ci spiega che il fornitore è Molino Iaquone, tra i produttori delle 10 farine senza rivali di Dissapore) e ha minimo 12 ore di lievitazione. E questo è solo il pane di partenza.
Noi scegliamo due pagnotte ai cinque cerali con i semi anche all’interno (non solo in superficie), belle piene di grassi insaturi come piace a noi.
3. MACCHERONI DI SEMOLA SENATORE CAPPELLI
Le mani in pasta (box 58) – 15 euro al chilo
Dopo vent’anni da chef Alessandro Proietti si è messo a preparare pasta fresca tra banchi di ortaggi e caramelle sfuse. Va detto che si fa pagare (come molti altri nei box del mercato) ma come si dice: tutto è relativo.
Esempio: con 5 euro si passeggia davanti alla Piramide Cestia mangiando una cacio e pepe di quelle vere, e la pasta fatta a mano.
Resistendo a ogni tentazione ci ricordiamo di essere qui per fare la spesa. Optiamo per i maccheroncini di semola Senatore Cappelli, tra mezzelune ripiene di ricotta e pistacchio di Bronte, pici al farro e strangozzi di Kamut.
Con 4.50 euro prendiamo una dose per due abbondante, che avremo cura di cucinare a casa con tutti i crismi, dato il pregio del grano antico.
4. GAMBERETTI DI ANZIO
Pescheria Mastroianni (box 94) – 22.90 al chilo
I crostacei non si fanno apprezzare solo al Sud. I gamberetti, per esempio, sono dolcissimi anche in territorio laziale.
Secondi per notorietà ai gamberetti di Terracina, quelli di Anzio si trovano al box della Pescheria Mastroianni, che li vende già sgusciati e puliti.
45 euro al chilo (nemmeno troppo, se considerate la percentuale di scarto dei gamberi, circa il 60%..) per il frutto di mare duro e puro.
Fate finta di cuocerli, giusto una sbollentata, e preparerete insalate non facilmente dimenticabili.
5. PROSCIUTTO CRUDO AFFUMICATO
Mania del gusto (box 84) – 34.90 euro al chilo
Al Mercato Testaccio ce lo indicano come “Il norcino”, benché la carne venduta da Mania del gusto sia già macellata e lavorata da altri.
Dalle coppiette (strisce di carne di maiale essiccate tipiche della zona dei Castelli romani) alla porchetta, il livello dei prodotti venduti dalla bottega è elevato, la nostra attenzione però cade sui cosci di crudo tagliato a mano.
“Puntate al ‘mejo’ dritti dritti”, ci dicono: un San Daniele stagionato 16 mesi, a cui l’affumicatura ha levato ogni sdolcinatura. Ce lo rubiamo con gli occhi ma ne compriamo solo un etto e mezzo (vedi alla voce “fioretti per Dissapore”). Paghiamo lo sfizio da tagliere per due 5.70 euro.
6. AFFETTATO DI LUPINO
Vegan store (box 83) – 30 euro al chilo
Stabilire una liaison tra gusto e veganesimo, ancora tutta da scrivere, è l’ambizione di questo piccolo paradiso “cruelty free”: non c’è traccia di animale negli alimentari che sommergono il box.
Anzi, la “pizzicheria vegana” (auto-definizione) che smercia a prezzi sorprendenti farine biodinamiche, riso venere sfuso e panini ripieni con tutto ciò che sembra derivato animale ma non è. C’è perfino un non parmigiano, ed è squisito.
Assaggiamo un affettato di lupino che si rivela un concentrato di umami delizioso, ne prendiamo un etto abbondante per 3,30 euro.
Da provare anche i dolci artigianali in vetrina.
7. ROSSO MERLOT IGT
Vini sfusi e alla spina (box 7) – 2,50 euro al litro
Si può dire? Chi a Roma cerca vino sfuso che si lasci bere volentieri, non va certo a colpo sicuro.
Al box 7 ci hanno sorpresi, con spine di prosecco sfuso a 3.5o euro al litro e grappe alla mescita “Per quelli che esagerano con lo street food”.
Con una bottiglia intera rischiamo di andare fuori budget (da queste parti sono buone, non di quelle acchiappa-turisti che circolano per il centro storico, con la lupa in etichetta) così, dopo una rapida degustazione nei bicchieri di plastica, ci facciamo spillare dalla botte in acciaio il vino migliore: un litro e mezzo di Merlot (per 4 euro). La produzione è a pochi chilometri: Cantine d’Offizi, Gallicano del Lazio.
8. ESTRATTO DI FRUTTA
Zoè (box 59) – Dai 2.50 ai 4.50 euro
In realtà da Zoè, street food e asporto di insalate, macedonie & Co, volevamo provare il succo di melograno.
Ma Matteo Alba, titolare del box insieme alla sorella Maria, ci spiega che questo non è il momento, dilungandosi (molto) sull’importanza della stagionalità. Buon segno.
Le mele che lavora vengono da Amatrice e le arance da un’azienda agricola bio della Sicilia. Ma gran parte della materia prima fa giusto la strada tra i box dell’ortofrutta e l’estrattore.
Scegliamo ananas, pesca, anguria e zenzero (misura media: 3.50 euro) con un rimorso enorme per i tanti centrifugati acquistati in passato nel cuore della Capitale, cari come il fuoco e buoni la metà.
9. PECORINO ROMANO
Romeo all’Emporio (box 33 e 42) – 17.90 euro al chilo
Avremmo potuto dire “Caciocavallo affinato nelle grotte di tufo” (a 23 euro al chilo), perché da Romeo all’Emporio di chicche casearie se ne trovano parecchie.
Ma scegliamo il pecorino romano, visto che trovarne di autoctono non è per niente facile (il disciplinare prevede che possa essere prodotto in Sardegna, in Lazio e in provincia di Grosseto).
Comunque, al di là della provenienza, è formaggio gradevole che si fa 18 mesi di stagionatura nel viterbese, dentro le celle della Fulvi, di Nepi.
10. FRIGGITELLI
Fuori di Zucca (box 82) – 2 euro al chilo
I friggitelli, tipici dell’Italia centro-meridionale, sono peperoni in miniatura dal sapore concentrato. A differenza dei peperoni non si puliscono all’interno; si sciacquano e si tuffano con tanto di picciolo nell’olio bollente.
Proprio per questo si chiamano friggitelli.
11. MISTICANZA
Ortofrutta Marco e Mattia (box 50) – 2 euro al chilo
La rassegna dell’ortofrutta a km. zero prosegue con un prodotto che di strada non può farne più di tanta.
Trattasi di misticanza, mix di bieta, cicoria e insalata (indivia e scarola) auto-prodotta ai limiti della città eterna. E’ saporita, fresca e amarognola, in uno slancio di ottimismo ne prendiamo più di un chilo (2.15 euro), ripromettendoci di finirla entro due giorni, e comunque prima che inizi a sembrare erba calpestata.
12. ALBICOCCHE
Da Filippo (Box 81) – 2 euro al chilo
Frutta morbida che non si spappola, dolce, con la punta di acido non invadente che l’albicocca dovrebbe avere. Ancora sporca di terra, con il contadino che ci guarda dietro le cassette: poca scelta, ma è tutta roba sua.
La provenienza è Marina di Minturno, in provincia di Latina.
13. LIMONI
Giancarlo il Velletrano (box 32) – 4 euro al chilo
“Massì, facciamo tre”. E ci ritroviamo subito con una chilata di limoni Sicilian Style, enormi, con la scorza spessa e un succo che riempie un bicchiere di spremuta.
Chi lo immaginava che a Velletri crescesse roba del genere.