Dura la vita degli sceneggiatori di soap opera. Prendete quelli di Beautiful. Che, confesso subito, seguo (puntata più, puntata meno) sin dai suoi esordi.
Lì, hanno per le mani una manciata di personaggi, più o meno sempre gli stessi da 29 anni, e con quelli devono fare un po’ tutto.
Costruire amori, tradimenti e intrighi, certo, ma anche ammiccare alla gente comune, gettando qua e là grandi temi di attualità (per dire, ultimamente sono su transessualità e maternità surrogata) ma anche più rassicuranti scenette di vita quotidiana in cui la spettatrice o, più raramente, lo spettatore possano identificarsi.
Fra questi ultimi non manca, naturalmente, la cucina. Fino a qualche stagione fa, rappresentata da ristoranti esclusivi come il mitologico Cafe Russe dove Ridge e Brooke e Thorne e Taylor e Stephanie ed Eric cenavano sorseggiando champagne almeno una volta alla settimana.
Poi, forse complice la crisi (che fece persino chiudere l’elegante locale, con tanto di puntata di addio), l’argomento food è diventato più casereccio e affidato nelle mani di Pam, sorella picchiatella della compianta Stephanie con la mania dei dolcetti al limone.
Oggi, non c’è puntata dedicata a una qualche ricorrenza, pubblica o privata (dal Ringraziamento al Natale, dall’ennesimo matrimonio a uno dei rari funerali), in cui la bionda centralinista della Forrester Creations, indossato un grembiule rubato a Martha Stewart, non svolazzi per l’ampia cucina della villa di famiglia cucinando pranzi luculliani, infornando tacchini mastodontici, mescolando salse e impasti.
Spesso, in compagnia di Charlie, guardia giurata e suo improbabile fidanzato, altrettanto picchiatello.
E insomma, cosa mi combinano questi due, l’altro giorno? Lui arriva con la spesa per allestire il desco familiare e inizia a estrarre dalla busta di carta questo e quello finché sbianca in volto ed esclama contrito qualcosa tipo: “Cielo, ho sbagliato, ho comprato il Grana, corro subito al negozio a prendere il Parmigiano“.
Mentre lei, che ha anche un oscuro passato da aspirante omicida, gli restituisce un’inquietante occhiata torva.
Ecco, a questo punto sono sobbalzata sul divano, rovesciando il caffè. E altrettanto devono aver fatto i signori del Consorzio Tutela Grana Padano. Che infatti hanno conferito immediatamente (e giustamente, aggiungo) mandato ai loro legali per chiedere alla produzione un risarcimento per danno di immagine.
Perché se The Bold & the Beautiful (questo il titolo originale della soap, che potremmo tradurre con “belli e sfrontati”) preferiscono un formaggio all’altro beh, per la casalinga di Milwaukee potrebbe essere motivo valido per fare altrettanto.
Senza contare che il programma va in onda in un centinaio di paesi diversi raggiungendo qualcosa come 300 milioni di spettatori, e relative casalinghe.
Insomma, il “Granagate” potrebbe diventare una grana (e mi scuserete il gioco di parole) di dimensioni più che considerevoli.
La cosa stupisce soprattutto perché gli sceneggiatori di cui sopra e la produzione tutta si sono sempre mostrati attenti nel non citare mai nessun marchio.
Si riferiscono sempre a generici social network, i computer hanno l’intuibile mela coperta da un anonimo logo posticcio, le bottigliette d’acqua sono rivestite da un’etichetta altrettanto anonima (sebbene riporti curiosamente la scritta “Acqua Minerale” in italiano) e così via.
E insomma, proprio questi due marchi (che tali sono) dovevano citare? E così a sproposito?
Nell’attesa degli sviluppi che verranno, a me questo scivolone ha fatto un poco arrabbiare. Per una questione di orgoglio nazionale, naturalmente, e perché la battuta degli attori rivela un pressapochismo tutto americano nei confronti della nostra cucina e delle sue tipicità.
Se da un lato Oltreoceano si riempiono la bocca (più o meno letteralmente) di spaghetti e pizza, mozzarella di bufala e prosciutto crudo, dall’altro sottopongono ciclicamente la nostra cultura gastronomica a un ingiusto vilipendio.
Mi auguro che i legali del consorzio imbastiscano una causa coi fiocchi. Che la vincano. E che magari l’accaduto serva da spunto per un episodio di uno dei miei serial legal preferiti.
Che so, The Good Wife magari.
[Crediti | Link: Corriere]