Forse i nostri appetiti da gourmet non sono ancora patologici come bulimia e anoressia, ma oggi vogliamo parlarvi di un disordine alimentare che ha qualche punto di contatto con il gastrofanatismo. La new entry si chiama Ortoressia, parola coniata dal dott. Steve Bratman nel libro “Health food junkies“, che racconta l’ossessione per i cibi sani e naturali. Tra i più venduti in America malgrado sia stato pubblicato da tempo, il libro è malvisto da vegetariani, vegan, macrobiotici e seguaci dei cibi crudi per la teoria che esprime.
Secondo il dott. Bratman, qualsiasi regime alimentare imponga il consumo di pochi cibi, specie se di origine vegetale, è rischioso per la salute. Di più: le persone che li adottano diventano selettivi e rigidi anche nei rapporti interpersonali, creando problemi psicologici e di salute.
Leggendo alcune parti del libro ho notato più di una similitudine tra l’ortoressia e il gastrofanatismo di chi, a forza di selezionare cibi sempre più esclusivi, pretende di mangiare solo le uova di Parisi, la bistecca di Cecchini o il gelato alla crema di Vivoli: un tratto comune a molti lettori di Dissapore. Prendete per esempio le domande del test allegato al libro per capire chi è a rischio ortoressia.
- Spendi più di 3 ore al giorno riflettendo sulla tua alimentazione?
- Pianifichi i tuoi pasti diversi giorni prima?
- Sei diventato più severo con te stesso nei confronti del tuo comportamento quotidiano e alimentare?
- Hai rinunciato ai cibi di cui eri solito godere per mangiare i cibi “giusti”?
Vi riconoscete? Noi sì, almeno un po’, ecco il problema. Dobbiamo preoccuparci? Davvero dobbiamo considerare i più intransigenti di noi a rischio malattia?