Che ci piaccia o no, Tripadvisor esiste, e il giudizio dei suoi utenti, che spesso siamo proprio noi, ha un peso notevole sulle sorti di ristoranti e alberghi.
Il suo successo ha molto a che fare con le recensioni dei ristoranti, come testimoniano le giornate passate a litigare con utenti veri o fittizi da parte di molti ristoratori.
Ma il sito nasce come uno strumento per i viaggiatori, è dunque il settore turistico quello dove si esprime con maggiore autorevolezza.
Questo per dire che, se TripAdvisor premia con il Travelers’ Choice Awards 2017 il Turin Palace Hotel di via Sacchi 8, davanti alla stazione di Porta Nuova, in pieno centro a Torino, probabilmente c’è da credergli.
Proprietà di Reale Mutua ma gestito dalla famiglia Marzot, già proprietaria dell’hotel Spadari in pieno centro a Milano, l’albergo migliore d’Italia, costruito nel 1872 e riaperto nel 2015 in contemporanea con Expo dopo tre anni di ristrutturazione, si è aggiudicato anche la terza posizione internazionale dopo il Mandapa Ritz-Carlton Reserve a Ubud, in Indonesia, e l’Aria Hotel a Budapest.
Il Turin Palace è un hotel quattro stelle con 128 camere comprese alcune suite all’ultimo piano che si è distinto nella classifica anche per la proposta economica: il costo medio di una camera è intorno ai 170 euro, a fronte di una media italiana nella sua categoria di 324 euro.
Dell’ospitalità del Turin Palace conosco ben poco: da torinese, non mi capita spesso di dormire in albergo nella mia città. Quel che conosco, tuttavia, è una cosa che può aver influenzato il giudizio degli utenti di TripAdvisor: la cucina del Turin Palace è una tappa interessantissima della ristorazione torinese.
A guidare il ristorante dell’hotel, chiamato “Les Petites Madeleines“, è Stefano Sforza, uno dei giovani chef più promettenti della città.
Giovane, classe 1986, ha un curriculum già lungo che inizia a 17 anni con uno stage nel ristorante parigino di Alain Ducasse e prosegue, tra gli altri, al Ristorante del Cambio di Torino e al Trussardi alla Scala di Milano insieme allo chef Luigi Taglienti
Libero di osare per compiacere il palato internazionale della sua clientela, lo fa con uno stile, poliedrico e influenzato dalle cucine orientali, che eccelle nei piatti vegetariani e nella tradizione piemontese, dal vitello tonnato agli agnolotti del plin.
Una cucina che, specie nel percorso degustazione a mano libera dello chef, si prende dei grandi rischi, facendo delle scelte che, a ripensarci, possono sembrare azzardate.
Uova di seppia, filone di vitello, spaghetti di brodo di cappone gelificato. E ancora anguilla e testina di vitello.
Eppure, man mano che ci si addentra nel percorso disegnato dal menu del ristorante, ci si sente sicuri, la sensazione che lo chef sia stato troppo ardito svanisce.
Per questo il principale merito della carta di Stefano Sforza mi sembra che sia quello di aver immaginato una cucina complessa ma non troppo difficile.
Un percorso in cui forse non ogni piatto incontrerà i vostri gusti, ma che non può lasciarvi indifferenti.
Il tutto, in quella che probabilmente è la più bella sala della città.
Perché se il luogo dove si lavora ha un’influenza sul rendimento professionale, allora la brigata di Stefano Sforza è probabilmente una delle più motivate di Torino.
A disposizione dei clienti, infatti, c’è nella bella stagione una terrazza panoramica che ti fa dimenticare di essere nel caotico centro del capoluogo sabaudo.
Mentre al piano terra, proprio là dove ha sede Les Petites Madeleines, c’è Mollino, una sala incredibilmente scenografica dedicata al visionario designer torinese. Mangiare qui è di per sé un’esperienza da fare, con i futuristici lampadari che scendono dai soffitti a volta di sette metri.
Insomma, quel che è certo è che a votare per il Turin Palace sono stati gli amanti del design e della buona cucina. Per sapere se lo hanno fatto anche gli appassionati degli hotel di lusso, non mi resta che mettere il mio pigiamino nello zaino e andare a passare una notte in albergo a un paio di chilometri da casa.
Dove:
Les Petites Madeleines
via Paolo Sacchi, 8, 10128 Torino
011 082 5321
Quanto si spende:
Sono previsti tre menu degustazione: piemontese (45 euro), vegetariano (45 euro) e a mano libera dello chef (70 euro). Alla carta si rimane sui 60 euro.