Ci eravamo spesi in indagini che neanche Sherlock Holmes, del resto, visto il calibro del personaggio, ci era sembrato il minimo.
Sì, perché stiamo parlando di Antonino Cannavacciuolo e del suo nuovo bistrot a Torino, il secondo della serie dopo quello aperto a Novara nell’ottobre 2015, da noi ripetutamente provato.
Adesso Corriere Cucina ha pubblicato una foto.
Finalmente possiamo farci un’idea di come sarà il nuovo locale dello chef campano, cui la guida Michelin 2017 ha appena confermato le due stelle Michelin per il ristorante Villa Crespi sul lago d’Orta.
E magari, contemporaneamente, fantasticare su un altro progetto: un hotel di charme che il giudice di Masterchef aprirà nel paese dove è nato, vale a dire Vico Equense, ambientato in un un antico casolare già di proprietà della famiglia Cannavacciuolo. Una manciata di camere di lusso e pochi piatti preparati con ingredienti provenienti dai rinomati orti della zona.
Per la fine lavori se ne riparla tra due o tre anni.
Quindi, per il momento, meglio restare a Torino.
Ai nostri lettori torinesi diciamo che il Cannavacciuolo Bistrot Torino aprirà in pieno centro, nei pressi della Chiesa della Gran Madre di Dio, prospiciente piazza Vittorio Veneto, nella primavera del 2017. La formula si preannuncia simile a quella di Novara, con una differenza che riguarda l’orario l’apertura: si inizia all’ora di pranzo, e non dal mattino presto. Niente colazioni, insomma.
Il locale resterà poi aperto per l’aperitivo e per la cena.
Aperto dal lunedì al sabato, sviluppato su due livelli, con soffitti a volta decorati e la cucina parzialmente visibile, il Cannavacciuolo Bistrot Torino punterà sull’illuminazione e sull’acustica per creare un ambiente gradevole, che sarà possibile affittare per eventi privati.
Ancora poche le indiscrezioni sullo chef nel nuovo bistrot: si sa solo che è giovane, e che lavora con Antonino Cannavacciuolo già da alcuni anni.
La cucina sarà, come tipico dell’Antonino nazionale, una commistione tra Nord e Sud: un menu di matrice mediterranea ma con l’impiego delle materie prime piemontesi, e un occhio di riguardo per la carta dei vini.
[Crediti | Link: Corriere Cucina, Dissapore]