A Taormina si concentra tutta la bellezza della Sicilia, come una riduzione che ne esalta il gusto. Mare, Etna, Teatro Greco, panorami emozionanti, arte araba e normanna, piazzole perfettamente incastonate tra i vicoli, gerani e oleandri.
Peccato che a questa idilliaca idea di bellezza corrisponda una malagastronomia diffusa.
In questi giorni Taormina si arrende, si lascia conquistare dal turismo, non oppone resistenza: l’invasione è cominciata. E l’inganno del tradizionale è dietro l’angolo, complici i menu turistici all’ingresso dei locali presidiati da camerieri buttadentro sudacchiati e caciaroni.
La paura della sòla agita i villeggianti che spesso ci mettono del loro, il risultato è una mesta infilata di trattorie fotocopia e tavolini di turisti che si abboffano di pizza sotto il sole cocente, o di spaghetti alle vongole serviti negli immancabili servizi di ceramica multicolore con caraffe a forma di gallina.
Allora come ci si orienta nel brulicare di posti che all’ora di pranzo impregnano l’aria dell’odore di aglio fritto e bruciato?Come si arriva a dire confidenzialmente al cameriere “questo è il miglior Paese del mondo” (sentito con le mie orecchie) convinti non solo dalla bellezza del posto ma anche dai suoi ristoranti?
Abbiamo cercato le soluzioni migliori, degne, diciamo, di una “riviera di censo” come quella di Taormina, e vi segnaliamo 9 locali nell’attesa di scoprirne altri dai vostri suggerimenti.
LA CAPINERA
L’ALTA CUCINA DEI COLORI
Sarà per quanto vi abbiamo detto che lo chef Pietro D’Agostino, una stella Michelin, ha scelto di aprire il ristorante lontano dal centro storico, con l’obiettivo di dare da mangiare bene facendo pagare il giusto.
A La capinera, incredibilmente, il rapporto qualità prezzo è il migliore di Taormina. I prezzi sono quelli di un ‘normale’ ristorante stellato, al netto della famigerata ‘tassa Taormina’. Cosa che fa del locale, in molti casi, il primo approccio dei siciliani con una cucina stellata.
A completare la terrazza sul mare, semplice, dove ognuno può restare quello che è, quasi conservatrice, c’è una sala bianchissima senza sbavature.
Consiglio: per godere appieno della terrazza chiudete un occhio sui fili della ferrovia, e anche un orecchio (anche due) al passaggio del treno che taglia in due la spiaggia in tutta Taormina.
Uno chef difficile da comprendere a fondo, in cui manca quell’immediato e facile parallelismo fra piatto e autore.
Allo sguardo timido di Pietro D’Agostino si contrappongono i piatti dai colori vivaci, ma non manca mai un tocco di nero, in un contrasto che sembra svelare un dissidio.
La conclusione è che nessuno, neanche i più indifferenti, restano insensibili a piatti come i tagliolini al nero con tagliatelle di seppioline e mentuccia peperita, passatine di pomodoro siccagno e cipollotta di Giarratana.
I crudi di mare, i crostacei in particolare, dai colori vivaci e dalla freschezza verace, sono l’essenza della sua cucina.
Insieme alle salse che accompagnano praticamente ogni piatto del menu degustazione come personale marchio di fabbrica del giovane chef.
VINERIA MODI’
IL BISTROT RIFUGIO
Bel rifugio nel caos agostano di Taormina, un piccolo locale centralissimo ma internato e silenzioso.
Pochi tavoli nel dehors, logo stilizzato, arredamento moderno senza esagerazioni, siamo ad agosto ma vi sembrerà il dolce e sentimentale settembre.
Vineria Modì è un bistrot interessante anche nel periodo invernale, merito in particolare della coppia di chef catanesi che hanno in mano la cucina.
Intraprendente lui, accogliente e pacata lei, sono gli interpreti della cucina tradizionale del locale, che promette di crescere ancora, con una predilezione per i prodotti locali.
Emblematica la parmigiana fatta come Sicilia comanda, con l’aggiunta di una colatura di provola.
OSTERIA ROSSO DI VINO
RIGORE NELLA LEGGERREZZA
Molto diversa è l’osteria RossoDivino. Due sorelle, giovani e briose, zazzera bionda tagliata corta, si prendono cura di voi senza lasciarvi un attimo.
Presentano i piatti quasi fossero diamanti, mimando persino le forme del pesce appena accarezzato.
Se nell’aspetto le proprietarie rimandano al freddo Nord, il menu che hanno orchestrato parla chiaro: siamo inequivocabilmente in Sicilia.
Buoni esempi sono la tempura di acciughe con maionese al limone o la neonata fritta con crema di mele verdi.
Sono ricette tradizionali siciliane alleggerite con ferreo rigore, l’uovo, per esempio, è completamente eliminato. E un po’ le polpette di neonata di acciuga ne risentono.
Consigliati gli spaghetti con bottarga di tonno pomodorini e menta.
Tutto è buono, generalizzando, specie il pesce, alla brace o al sale, ma qui la ‘tassa Tormina’ si fa un po’ sentire, i prezzi non sono proprio popolari.
Siamo pur sempre nell’angolo che chiude la via De Spuches, accanto al capolavoro dell’arte gotica siciliana, il trecentesco palazzo Duchi di Santo Stefano.
METROPOLE
NEGRONI CON VISTA
Visto che iniziamo a non badare troppo alle spese ormai viziati e rammolliti da tanta bellezza, ecco uno degli ambienti più esclusivi per godere dei famosi panorami di Taormina.
Sottofondo jazz, abiti scuri, strisciare le carte di credito per un cocktail dell’Hotel Metropole, preparato tra l’altro da un barman impeccabile come Gaetano Saccà, sarà meno doloroso che altrove.
DAIQUIRI
HIGH LIFE A TAORMINA
Altri cocktail, stavolta più abbordabili, al Daiquiri, indirizzo consigliato se siete stanchi di nascondervi, se vie è venuta voglia di ‘high life’.
Qui seduti sui gradini della scalinata che fronteggia piazza Duomo, dove i camerieri volano con i vassoi pieni di aperitivi e cocktail, la notte è sempre giovane.
PIZZERIA VILLA ZUCCARO
Continuando a salire per la stessa scalinata del Daiquiri si arriva a Villa Zuccaro, nella migliore pizzeria di Taormina, famigliare e molto frequentata con perenne affollamento della grande veranda.
Splendore intorno a voi e prezzi moderati, cosa volere di più? Prenotate o rassegnatevi a lunghe attese.
BAM BAR
LA MIGLIORE GRANITA DI TAORMINA
Del pittoresco titolare e delle sue dense, meravigliose granite a Messina ne abbiamo già parlato: Bam Bar è al quinto posto della classifica di Messina e provincia sulle granite migliori da mangiare. E di gran lunga al primo posto tra quelle di Taormina.
Al punto che Rosario Bambara, per gli indigeni semplicemente “Saretto”, è un vero totem di Taormina, e come sussurrano con una punta di perfidia i suoi concittadini ‘gli manca solo di fare il pastorello a Natale’.
GELATOMANIA
Il posto non convince, il nome poi, non ne parliamo proprio. Sembra più una catena di franchising fanfarone, con le megacoppe colorate.
Invece. Invece da Gelatomania, micro gelateria quasi all’ingresso di Porta Messina, si mangia un buon gelato scegliendo tra una varietà di gusti quasi imbarazzante.
Infine, se avete bisogno di fare la spesa, il mercato cittadino è quanto di meglio per la qualità dei prodotti, ma rassegnatevi a spendere di più, ragione per cui raramente incontrerete i taorminesi.
Piccola perla finale, tra le tante vetrine del centro cercate quella del trentennale fruttivendolo “Interfrutta” di via Naumachia, le sue scenografie, come anche i cedri, sono famose in tutta Taormina.
[CREDIT: FOTO ALFIO BONINA]