Roma. E i monumenti di qua, le strade antiche di là, la storia del “caput mundi” a destra, la Grande Bellezza a sinistra, sì, sì, tutto vero.
Non c’è bisogno di ripetere le solite storie su Roma e il suo fascino: le conosciamo bene, no? Così come, da italiani, sappiamo che Roma è anche un grande business, e non stiamo parlando certo di Mafia capitale.
Stiamo parlando di turisti. Tanti, tanti turisti, che oltre a bighellonare per parchi e viuzze tipiche, mangiano. Roma si è attrezzata di conseguenza. Soprattutto nella poco nobile attività di far pagare ai malcapitati turisti il sovrapprezzo “estasi e meraviglia romana” che si riduce, in pratica, a un conto raddoppiato.
Roma oggi purtroppo, gastronomicamente parlando, è anche questo. Scrive la stampa più sprezzante che Roma è la città italiana dove si mangia peggio. La sua stessa grandezza, nonché le masse che richiama, ha portato alla moltiplicazione di locali non all’altezza.
L’alta ristorazione della città, nel frattempo, non brilla per crescita o creatività, complice anche la vetrina di Expo che ha catalizzato l’interesse e gli investimenti nel Nord Italia verso un pubblico ritenuto –a torto o a ragione– più esigente e internazionale.
Ma non basta questo a giustificare un’offerta dove accanto al consolidato primato di ristoranti come La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri (Chef Heinz Beck) o Il Pagliaccio (chef Anthony Genovese), convivono truce mediocrità o il gusto illusorio della convinzione che alcuni locali recenti siano davvero speciali.
Ci sono le eccezioni, poche per la verità, e qualche incoraggiante investimento internazionale in una metropoli poco avvezza al rigore delle grandi catene, vedi Zuma che “crea il casus“: attese febbrili, opening mondano, entusiasmi, invidie e delusioni.
A fare un po’ d’ordine, a provarci almeno, è arrivata l’edizione numero 27 della guida Roma del Gambero Rosso che osa addirittura 650 indirizzi nella sezione mangiare e 800 in quella riservata ai negozi, forse temendo di scontentare qualcuno.
Superfluo dire che i romani lettori di Dissapore sono invitati a dire come la pensano: i giudizi di Roma 2017 sel Gambero Rosso li trovate qui di seguito.
TRE FORCHETTE ( i ristoranti migliori)
95
La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri | Roma
91
La Trota | Rivodutri (RI)
90
Le Colline Ciociare | Acuto (FR)
90
Pascucci al Porticciolo | Fiumicino (RM)
TRE GAMBERI (la trattoria migliore)
Sora Maria e Arcangelo | Olevano Romano (RM)
TRE BOTTIGLIE (le enoteche migliori)
Roscioli | Roma
Trimani | Roma
Del Gatto | Anzio (RM)
TRE BOCCALI (i pub migliori)
Open Baladin | Roma
La novità dell’anno
Per Me – Giulio Terrinoni | Roma
Miglior servizio di sala
Il Pagliaccio | Roma
Miglior servizio di sala in albergo
Mirabelle dell’Hotel Splendide Royal | Roma
Miglior qualità/prezzo
Bistrot 64 | Roma
Osteria Bonelli | Roma
Tordomatto | Roma
Satricvm | Latina
Le botteghe del gusto (gli indirizzi migliori per la spesa)
BioSalvati | Cerreto Laziale (RM)
Bompiani | Roma
La Bottega dei Terzi | Roma
Il Gelato | Roma
Bottega Liberati | Roma
Magazzino 23.9 | Roma
Men At Work – Cooperativa Sociale | Roma
Pergamino Caffè | Roma
The Jerry Thomas Emporium | Roma
Santi Sebastiano e Valentino | Roma
Tutto Ghiotto | Roma
[Crediti | Link: Dissapore, Gambero Rosso, immagini: Cataldo Latorre]