“Ci fate schifo, vi chiudo l’attività!”. Non le manda certo a dire, Antonio Decaro, sindaco di Bari, ai cittadini che non rispettano le norme della civile convivenza e del rispetto per l’ambiente urbano. Soprattutto verso coloro che producono spazzatura in modo seriale, vale a dire i gestori di attività commerciali, in special modo i ristoranti.
Sul diffuso –nonché illegale– malcostume da parte di alcuni osti e ristoratori baresi di abbandonare montagne di sacchi di spazzatura direttamente sui marciapiedi al di fuori dei locali, invece di smaltirli correttamente, il sindaco Decaro ha deciso per il pugno duro e la tolleranza zero, intervenendo con tutti i mezzi legali che ha a disposizione, quali ad esempio l’installazione di telecamere nascoste, l’innalzamento delle sanzioni pecuniarie e la chiusura per alcuni dell’attività.
Ma soprattutto, Decaro ha deciso di utilizzare anche armi ben più affilate: i social.
Da persona accorta qual è, Decaro ha compreso che oggi il più potente mezzo a disposizione per chiunque voglia raggiungere l’obiettivo in modo veloce e capillare è l’universo virtuale in cui siamo costantemente immersi, e lo utilizza a proprio vantaggio, o meglio a vantaggio dell’ordine e del decoro della città di Bari che lui amministra.
Facendo un sapiente uso di tutti i mezzi che il web gli mette a disposizione, e zampettando allegramente da Facebook a TripAdvisor, da Twitter a Google, il sindaco di Bari ha esordito alcuni giorni fa redarguendo senza mezzi termini, con un video postato su Facebook, alcuni ristoratori baresi, rei di aver abbandonato sacchi di rifiuti e pattume sul lungomare di Crollalanza, ritrovo della movida barese, esprimendosi in modo chiaro e inequivocabile:
“Ci fate schifo – dice Decaro – perché fate affari la sera e la mattina abbandonate i rifiuti sugli stessi marciapiedi che sono frequentati dai vostri clienti. Stiamo cercando di riqualificare il lungomare per farvi lavorare meglio e voi non mantenete il minimo decoro. Ci costringete a sanzionarvi facendovi chiudere l’attività per qualche giorno o a non frequentare più i vostri locali”.
Poi, di fronte alla reiterata dimostrazione di testardaggine nonché di vera cafoneria da parte dei ristoratori più restii ad adeguarsi a comportamenti corretti, Decaro ha deciso di passare ad azioni più mirate, anzi, all’azione più temuta da parte di osti e ristoratori: la recensione negativa su TripAdvisor.
Consapevole del fatto che né sanzioni pecuniarie né minacce di chiusura né telecamere nascoste avrebbero avuto lo stesso, devastante effetto di una stroncatura sul seguitissimo portale di recensioni, il sindaco di Bari ha rifatto capolino sul web con una recensione al vetriolo, scagliandosi contro i ristoratori insudiciatori facendo tanto di nome e cognome o, per meglio dire, indicando a chiare lettere il nome dell’attività incriminata, vale a dire il pub In vino veritas.
“Davanti a questo locale –scrive Decaro– i titolari hanno abbandonato bustoni pieni di rifiuti indifferenziati, insozzando il marciapiede di una delle più belle strade di Bari. Non so come si mangi da In vino veritas —continua il sindaco– ma non mi importa. La civiltà viene prima della qualità del cibo.
Finché i gestori non impareranno a rispettare la loro città e non chiederanno pubblicamente scusa a tutti i baresi, il mio giudizio, da cittadino e non da sindaco, sarà sempre negativo. Anche su Tripadvisor e Google».
Certo, è un triste mondo quello in cui un sindaco è costretto a ricorrere a sanzioni e chiusure per ottenere un comportamento civile dai suo concittadini, comportamento che dovrebbe invece essere innato in ognuno di noi, ristoratori compresi.
Ma ancora più triste constatare come nemmeno questi strumenti abbiano ragione della maleducazione e della mancanza di rispetto, costringendoci a utilizzare mezzi come pubbliche gogne che, per quanto moderne e ammantate del fascino della rete, tali rimangono.
Ma tant’è: ormai, le uniche speranze sembrano affidate alle telematiche mani di Facebook e TripAdvisor.
Ed allora ben vengano se, almeno loro, ci permetteranno di avere città pulite e comportamenti urbani da parte di tutti.
[Crediti | Link: Corriere del Mezzogiorno, Repubblica