A monte c’è la pretesa di togliere l’egemonia culturale alla sinistra dicendo cose che lascino il segno. Come se si fosse dei veri maître à penser globali. Oppure di insegnare qualcosa a uno come Carlo Petrini di Slow Food (cui francamente Luca Zaia non ha niente da insegnare). Quando presentando il panino McItaly, settimana scorsa, il ministro delle Politiche Agricole ha detto: “Le nuove generazioni avranno una memoria gustativa di impronta italiana”, il blog Spinoza ha commentato ironicamente: “Poi sviene per lo sforzo”. Perché nulla è più involontariamente comico di chi sale in cattedra senza avere gli argomenti.
Altrimenti, come spiegare le farneticazioni scritte oggi da Luca Zaia su Repubblica? “A un mercato identitario potrebbe corrispondere il paradosso di una multinazionale identitaria”. MULTINAZIONALE IDENTITARIA? Bene ha fatto Carlo Petrini a rispondergli (si apre un pdf) sempre su Repubblica: Un curioso neologismo del quale non riesco a intravedere nessun significato sensato”. E ancora. A cosa attribuire quella stralunata frase dell’intervento di Zaia? “Io guardo lontano. E vedo la multinazionale dei contadini che dà l’assalto al cielo passando per un McDonald’s”. Come dite, sostanze? Zaia iz the niu Morgan?