Il 4 ottobre 2011 alle 16:15 Me Medesimo commenta:
“Il panino con l’hamburger in generale è una cosa buona. Perché se voglio mangiarlo qui all’Eur dove lavoro sono costretto ad andare da McDonald? Daje caro Marchesi e tutti voi chef mossi da un sano e giusto spirito imprenditoriale, lasciate stare il sig. McDonald: è giunto il momento di diffondere per l’Italia il verbo di Sua Maestà il Panino e di innalzare finalmente il livello bassissimo della mia pausa pranzo, e che diamine!”
Il 4 ottobre 2011 alle 18:20 Jade risponde:
“Io ho dei dubbi sull’operazione di marketing. E’ un divertissement che le due parti, per motivi diversi, potevano permettersi senza rischiare troppo. Tanti clienti-tipo di McD non sanno manco chi sia Marchesi. Se mangiavano lì, ci mangeranno ancora con o senza Minuetti e Adagi. I 200mila giovani che spendono ogni giorno se ne catafottono dell’alta cucina. Tout simplement”
La ricetta perfetta: Tiramisù.
Il 5 ottobre 2011 alle 11:23 Elvis commenta:
“Anzitutto il nome: quello originale è “tirame su”. Le origini si devono a una elaborazione dello “sbatudìn”, il familiare uovo sbattuto con zucchero e corretto con caffè. Pavesini e panna, no please. Uovo, mascarpone, zucchero. Caffè rigorosamente di moka. Poi se vogliamo destrutturarlo, farlo al bicchiere, renderlo liquido, aggiungere frutta (?) liberissimi. Come tutte le grandi invenzioni su base semplice e geniale, alla fine valorizzano ancor di più l’originale!”
Liveblog | Guida Ristoranti Espresso 2012.
Il 6 ottobre 2011 alle 21:36 sguida commenta:
“Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Trovarsi il secondo anno consecutivo recensito con dei piatti mai fatti non ha prezzo… per tutto il resto c’è l’ESPRESSO“.
I 67 scheletri culinari più spezzacuori di sempre.
Il 6 ottobre 2011 alle 11:51 Elena commenta:
“Qualche settimana fa sono andata a un matrimonio, e il primo antipasto (trovato direttamente sul tavolo, ahimè) era il famigerato cocktail di gamberetti, composto da insalatina tagliata a julienne, n. 3/4 gamberetti congelati e mega cucchiaiata di salsa rosa a coprire. Il bicchiere usato era ovviamente di quelli a forma di cilindro alto circa 4 dita, anni ‘80 come pochi. Poi uno dice che detesto i matrimoni“.
Manuale di sopravvivenza per ristoranti che ridefiniscono il concetto di pupù.
Il 7 ottobre 2011 alle 12:06 Riccardo I. commenta:
“Io ho un posto di quartiere che adoro: accogliente, gestori simpatici e gentilissimi, bel bere. Lo chef però cucina male. Ma male. Tipo che la frittata la cuoce da un lato perchè non la sa girare. Nel carciofo lascia la barba. La parmigiana affoga nell’acqua ribollente della mozzarella troppo fresca: sembra la nave dei folli di Bosch. Ho imparato a prendere sempre un tagliere di salumi e formaggi, su cui non può intervenire manu militari“.
Il 7 ottobre 2011 alle 15:46 Ermanno Nuonno di Agnone risponde:
“Anni orsono cercavamo uno Chef de Partie per la brigata di cucina ed intervistammo una trentina di applicanti. Quasi tutti puntarono le loro speranze sulla frase “io riciclo tutto, non butto niente”. Assumemmo uno che disse “se mi date roba scadente con la quale lavorare io me ne vado nel mezzo del servizio”.
E’ facile scegliere il vino se sai come fare: 20 nuove regole per il gastrofanatico.
Il 7 ottobre 2011 alle 15:04 sara b commenta:
“21. Qualche volta, al posto di un dubbio vino, scegliete una birra“.
Gastroshopping: cosa piace alle ragazze, cosa ai ragazzi.
Il 4 ottobre 2011 alle 17:46 Cinzia Giorgi commenta:
“Appena mi arrivano i soldi, vado da Claudio’s: due etti di prosciutto crudo, quello vero, italiano; un chilo di alaskan king crab da mangiare con burro fuso; una burrata (25 dollari!!!). Poi puntatina dagli amish per: pie ai frutti di bosco da mangiare calda con gelato; filetto di manzo da fare alla griglia“.
Un serio censimento dei biscotti che bisogna provare almeno una volta nella vita.
Il 3 ottobre 2011 alle 19:20 Sonia De Milato commenta:
“Son partigiana, lo so, ma per me l’elenco dei biscotti inizia e finisce con il Krumiro, quello di Casale, nella latta rossa. Dopo viene il nulla.”