Chimica dell’amore e ricette sperabilmente afrodisiache per San Valentino.
Il 13 febbraio 2012 alle 16:00 jade commenta:
Il placebo non serve a nulla. La faccenda è chimica. Scambio di piatti e di forchette, voglia di assaggiare con le mani, sensazione di essere liberi, di potergli rubare un carciofo fritto dal piatto, sapendo che lui può fare lo stesso. Ostriche o sofficini, se funziona, funziona. Capirlo mangiando, è solo più piacevole.
Il 13 febbraio 2012 alle 18:43 Jamin-a commenta:
Non è che mi piaccia, la sopporto coprendo il sapore con il formaggio”. cit. del mio ex riferito a qualsiasi tipo di pasta. “Non è che mi piaccia, lo mangio e basta”. cit. del mio ex riferito a qualsiasi cibo non fosse pasta.
Il 13 febbraio 2012 alle 16:56 Luca Pelini commenta:
Da un punto di vista comunicativo direi che Allan Bay, bravissimo divulgatore, non è riuscito a spiegare le ragioni del “gastrofanatismo”. Perché ci si appassiona al cibo, perché diventa qualcosa in più che un consumo strettamente edonista? Produciamo idee da mangiare ma non siamo in grado di spiegare perché al grande pubblico.
Il 14 febbraio 2012 alle 01:44 Federico Crova commenta:
Mi fa paura la semplicioneria molto italica di definire in una parolina un nemico che non è univocamente identificabile. Dove sta il confine, nella linea tra junk food e cibo sano, tra ció che va tassato e cosa no? Tra una merendina Ferrero e una Nestlè? Tra l’hamburger di Tizio e quello di Caio? E chi decide?
Il 13 febbraio 2012 alle 16:39 j’O commenta:
Trovo allarmante che la gente non sappia cosa mangia. La farina non è più la stessa? Può essere. L’importante è interessarsi, non far finta di nulla. A Londra in un supermercato ho trovato solo alimenti precotti. La gente li compra, l’importante è che ci sia scritto “organic” o “fresh”. E’ questo che fa paura.
Il 14 febbraio 2012 alle 13:28 alex guzzi commenta:
Mi mancano bei programmi di approfondimento con voci contrapposte e pluralità di opinioni su alimentazione, strapotere dell’industria alimentare, agricoltura moderna. Non demonizzo nessuno per principio (neppure gli Ogm), ma esigo informazione, non spettacolo.
Il 13 febbraio 2012 alle 18:14 Silvia Lanconelli commenta:
Prima di eliminare la farina dalla dieta vorrei leggere chiari gli ingredienti sul tutto che compro. Prima di evitare le patatine fritte nello strutto, voglio che tolgano i grassi vegetali sconosciuti dal Magnum Algida. Prima di togliere a mio figlio un Happy Meal, voglio comprare biscotti preparati con massimo 5 ingredienti.
Il 15 febbraio 2012 alle 11:42 La tavola toscana commenta:
Definisco “indecenti” queste iniziative perchè tristemente pornografiche, non perchè sia una bacchetona ammuffita: adoro l’ironia sul sesso! Solo che in questo caso c’è la svilita speranza di apparire in uno spot che commercializza l’ennesima poveraccia senza doti. Ma perchè non ne parliamo di meno e lo facciamo di più? (sì, l’oggetto l’avete capito).
Quali uova mangiate? Biologiche?
Il 15 febbraio 2012 alle 17:09 vitello tonnato commenta:
Le 5 galline di mio padre razzolano in un’area abbastanza ampia, mangiano verdura dell’orto, avanzi di pastasciutta e pane, e il granturco che mio padre coltiva. Ho spesso fatto il paragone con un uovo bio. Le differenze, di colore e di gusto, sono esplicite.
Educazione sentimentalmente alcolica di un’emigrata a Milano. I love Moscow Mule.
Il 16 febbraio 2012 alle 17:20 Filippo commenta:
Poesia. Titolo “Dubbio all’eppiauar”. Sottotitolo “Negroni sbagliato” Ti fisso con un pensiero fisso che sa di rosso fisso: niente polenta baby solo stoca…