10 commenti che hanno calamitato la nostra attenzione questa settimana.
Dalla bettola all’Osteria Francescana via il coperto dai ristoranti italiani.
— 5 agosto 2011 alle 18:51 stefano batisti aka schlaks dice:
“dal giòmetro: sor giòmetro, ma ’sta perizia quando me coshta? buon uomo, sarebbero 500 euri, più cassa e iva; poi c’è la marcadabbollo da 14,62; la pulizia dello studio fanno 5 euri, telefono, luce, acqua, gas, condominio altri 25 euri; l’uso della seggiola 2,50 per la prima mezzora, supplemento air conditioning perché siamo d’estate 3,75…”
Viareggio | I motivi del perché sottoscrivo Romano ogni volta che si può.
— 5 agosto 2001 alle 18:31 francesco dice:
“Credo che accostare Romano con Lorenzo sia una ingiuria. Per Romano ovviamente. Se anche si mangiasse gratis Lorenzo lo eviterei come la peste per evitare l’istrionica e nonn gradita presenza del patron sempre troppo ingombrante“.
Un ristorante dove lasciarsi, reloaded.
— 5 agosto 2011 alle 13:11 anto dice:
“Eh, no….il cibo è sacro e il ristorante è la sua Cattedrale!! Come è possibile pranzare (e digerire bene) insieme a uno che si vuole lasciare di lì a momenti? Perchè soffrire in due? A meno che la rottura avvenga senza premeditazione, dico no no. Il posto migliore per dare il benservito a un ex amore rimane sempre il bar, quello più squallido che si conosca, ovviamente , ordinando un caffè e alzandosi senza nemmeno averlo toccato“.
Diamo ordine al caos delle gelaterie artigianali: le 25 migliori d’Italia.
— 5 agosto alle 19:19 minoide dice:
“All’Albero dei gelati ho trovato ultimamente un gusto all’albicocca che è diventato la droga delle mie serate di agosto“.
Dalla bettola all’Osteria Francescana via il coperto dai ristoranti italiani.
— 4 agosto 2011 alle 11:10 maurizio la rocca dice:
“Vorreste che una legge nazionale obblighi tutti i ristoratori ad eliminare pane/coperto/servizio? Oppure quella voce la volete perché se no pensate che l’oste furbetto ricarichi troppo su ogni piatto? Boh, io sarei per il “tutto incluso” (nel prezzo del piatto ci sono tutti i costi che sopporta l’esercente), ma a volte mi sta bene pagare la gabella. Vogliamo proporre un referendum per questo?”.
Lo chef è un artista, lo chef non è un artista, ballottaggio.
— 3 agosto 2011 alle 17:08 GIANLU63 dice:
“Per definire l’artista, prima va definita “l’Arte”: se giocare a Basket è un’arte, Michael Jordan è stato un grande artista. Se dipingere è un’arte, Picasso è stato un grande artista. Se imbiancare è un’arte, il mio imbianchino è un grandissimo artista, quindi tutto si riduce alla domanda: cucinare è un’arte?“.
Lo chef è un artista, lo chef non è un artista, ballottaggio.
— 3 agosto 2011 alle 14:11 Mammamsterdam dice:
“Alcuni chef sono degli artisti, altri sono dei buoni artigiani, altri sono degli acchiappagalline. Come tutto nella vita, qual era la domanda?“.
Degustazioni: le birre del supermercato.
— 1 agosto 2011 alle 22:47 enrico dice:
“Sono francamente stufo di questa moda della birra artigianale: stufo di bere filtrati di lievito, dolciastri con sapore di castagna, mielosi e densi come sciroppo, con vicino l’amico birraiolo che ti guarda speranzoso. Però per la birra del pub “mai visto” di Sedrina, Bergamo, potrei uccidere“.
Degustazioni: le birre del supermercato.
2 agosto 2011 alle 10:56 MaxStar dice:
“Ricordo la filippica che mi fece 20 anni fa un muratore sulla sua birra preferita: la SCHWERTER BRAU, venduta in bottigliette tozze da 0,5 l., poco rispetto al tasso alcolico che vantava. Il collo della Scherte permetteva una perfetta presa della bottiglia tra l’indice e il medio della mano sinistra, potendo così continuare a lavorare di cazzuola con la mano destra mentre si sorseggiava la birra dal lato sinistro della bocca. E il fusto della bottiglia era perfetto (una volta finita la bevuta) per essere usato come “segnaposto” durante la palificazione di un muretto: ci mettevi i mattoni tutto intorno e poi toglievi la bottiglia finché il cemento era fresco et voilà, pronto il buco per metterci il palo nel tuo manufatto edilizio!!! Bei tempi in cui la 626 non c’era e nessuno badava al tasso alcolemico dei nostri mastri muratori“.
Degustazioni: le birre del supermercato.
— 1 agosto 2011 alle 12:15 Marco Lungo dice:
“Questa non era una introduzione alla birra, ma alle bevande dal sapore di birra, il cui lignaggio al massimo permette la marinatura notturna dello spezzatino alla birra, e lì la Franziskaner ha il suo perché“.