A naso—il vostro—questa è una storia vera o la favola della buonanotte? C’era una volta un ristoratore di Torino che voleva essere generoso. Nel suo ristorante, Il Grappolo, in via Cigliano, zona Corso Belgio, aveva deciso di vendere al prezzo simbolico di € 1 (uno), 2 (due) porzioni del suo bollito. Come dire, un bollito solidale. Nel quartiere ben presto la cosa si diffonde, e la sera pensionati e meno abbienti si mettono in coda per il bendidio a basso-costo. Il signor Mario, così si chiama, affigge un cartello giallo per notificare ai passanti la regalìa, e qui accade il fattaccio: il cartello non rispetta la norma, scatta l’esposto di un concittadino, e due gendarmi, anzi due agenti della municipale, arrivano e vergano un verbalone da 389 euri.
No, non si tratta di favola, ma di realtà; capirlo è tanto più facile se chi legge è portatore sano di partita IVA, quindi abituato a simili nefandezze. Seguono considerazioni accessorie. La norma è sacra. Non possiamo metterci ad affiggere cartelli policromi in giro per la città, sia chiaro. Tuttavia.
E’ un po’ di tempo che manco da Torino, e non so come sia messo il suo arredo urbano; spero meglio della mia città. Non so voi, ma se io mi guardo attorno non vedo il giardino dell’Eden, anche se i cartelli si piantano solo pagando adeguato tributo, io vedo una qualsiasi caotica metropoli occidentale con le centrali Enel, gli svincoli, le discariche, i riempimenti e altri obbrobri. Mi spiegate allora che senso ha tenere testa allo sfacelo multando un cittadino che meriterebbe una medaglia? Tutto questo, come scrive La Stampa, “nella Torino con l’acqua alla gola, i posti di lavoro che vanno in fumo, le pensioni che non bastano mai e le nuove povertà che s’affacciano”.