La legge comunitaria (prontamente recepita dal parlamento italiano) che voleva civilizzare l’estate italiana vietando la vendita di alcol sul suolo pubblico, è stata aggirata da una delibera del Comune di Firenze. Trippai, chioschi e ambulanti continueranno a servire trippa e lampredotto con il “gottino”, un buon bicchiere di vino rosso, e il neo sindaco Matteo Renzi eviterà l’annunciata disobbedienza civile. Tutto bene quel che finisce bene? Manco per niente.
L’attore Carlo Monni e il divieto di vendere alcol sul suolo pubblico
Possiamo liberarci una volta per tutte da questa ossessione di vietare l’alcol senza se e senza ma? Possiamo smettere di pensare alle strade e alle piazze come al nuovo nemico? Come italiani siamo abituati a consumare il cibo per strada. E’ sempre stato economico e ghiotto, da leccarsi i baffi oltre alle dita.
Alessandra del chiosco Margot & Lupin al Mercato Centrale di Firenze
Quante volte abbiamo accettato di camminare ad angolo retto per evitare il grasso gocciolante della porchetta a Roma, dei frutti di mare a Napoli, del pane con la “meuza” a Palermo? Lo diciamo una volta e mai più, che il cibo è cultura. Se non lo capite, è un vostro problema.
[Riprese di Andrea Gori]
Il giornalista fiorentino Leonardo Romanelli