Il suono era basso ma insistente giovedì scorso alla Francescana di Modena, un brusio che è gradualmente evoluto in qualcosa di riconoscibile. Cosa? La voce di Mr. Eataly, Oscar Farinetti—tecnicamente, il nuovo capo della gastrocrazia italiana—che ringraziava i prescelti gli invitati alla cena Cucina etica ed estetica, organizzata da Slow Food per risarcire il cuoco Massimo Bottura brutalizzato da Striscia la Notizia causa simpatie molecolari. Ispirandosi alla nuova edizione del Who’s Who tricolore e giocando al “chi c’era e chi no”, Dissapore ha disegnato la nuova Gastrocrazia Italiana, arbitrariamente, ma non troppo. Va da sé che potete approvare, integrare o cancellare per sempre qualche nome dalla lista.
Carlo Petrini.
Un genio, altro che storie. Il tempo passa ma il marchio Slow Food continua a valere oro e Petrini deve solo scegliere a chi vendere le sue visioni. Potente ma pulito e giusto, tanto da rompere con il Gambero Rosso, prepara una corazzata del vino sotto forma di guida, che salperà l’anno prossimo con l’editore Giunti. Su, senza ritegno.
Oscar Farinetti.
Sospetto mecenate di Slow Food, indubbiamente alleato del fondatore Carlo Petrini, ha vinto la sfida di Eataly. La Disneyland per gastrofanatici costruita a Torino, è una macchina sputasoldi in attesa di sbarco americano, che ne ha fatto il più grosso millepiedi in città. Oggi tutto sembra suo, dal vino alle acque minerali, passando per il consenso dei giornalisti. In salita siderale.
Gambero Rosso.
IL Gambero arretra e perde il posto a tavola. I giornalisti in cassa integrazione si consolano leggendo il mensile scritto dai CO.CO.PRO. agli ordini dell’insipido Carlo Ottaviano. Resta il gioiello di famiglia, la Guida Vini, buona ancora per il banco dei pegni: e dopo? In discesa ardita.
Ais/Franco Ricci.
Ha munizioni e scorte d’acqua grazie alla tassa sul grano pagata dai soci Ais, ma la sua “Guida ai Migliori” è ferma al tredicesimo secolo. Per non parlare del premio televisivo. A lui importa solo delle aziende, non dei vini: che stia scrivendo una guida di consigli per gli acquisti per Oscar Farinetti? Fermo, più che stabile.
Stefano Bonilli.
“Cosa farò da grande?” Non lo sappiamo, nel frattempo, ha fatto suo il motto morettiano: “vedo gggente faccio cose”. Voleva disperatamente farci sapere di essere stato invitato da Massimo Bottura alla Francescana. LUI. Alla cena Cucina etica ed estetica ha addirittura dedicato due post sul suo blog. Stabile.
Luciano Pignataro.
Da Roma in giù impazza l’onnipresente Lucianone: cantine e ristoranti non hanno segreti per lui. Purtroppo neanche la rete: da quando ha scoperto Facebook è diventato uno e trino. E’ lui il Bossi alla rovescio del giornalismo gastronomico italiano. In ascesa, poveri noi!
Luigi Cremona.
Cielo, l’Anton Ego italiano non invitato da Massimo Bottura. Etticredo. Copiaincolla decine di micro-eventi ogni anno senza lasciare il segno, e i premi da vincere già li ha vinti tutti. Per fortuna, ha leggermente migliorato la familiarità con internet. Ma leggermente, eh. In discesa controllata.
Guide Veronelli.
Chiuse le Guide ai ristoranti e agli alberghi, resta (forse) la gloriosa Guida dei Vini e poco altro. Ce lo aspettavamo da anni, precisamente da quando “Gino” (Veronelli) non c’è più, ma siamo tristi lo stesso, ecco. Un futuro talmente incerto che nessuno ha capito l’accanimento di Striscia la Notizia. In discesa con i migliori auguri.
Edoardo Raspelli.
Gli è rimasta la televisione, e non è poco. Ma la sua stella, che fino a pochi anni fa era la più luminosa della critica gastronomica italiana, va lentamente spegnendosi. Dategli la direzione di una guida, una rivista cui collaborare, insomma: serve lustro. In discesa.
Paolo Marchi.
Clamorosamente assente alla Francescana, è il potente organizzatore di Identità Golose, congresso per cuochi di grande richiamo che celebra a giorni la prima trasferta londinese. Poco amato nell’ambiente per il carattere rude e permaloso, continua a scrivere per Il Giornale, e cura una guida internazionale ai ristoranti poco diffusa. Stabile.
Guida Michelin.
Avete mai sentito qualche cuoco dire: “sono triforchettato“? O si è stellati o niente, inutile affannarsi anche se da Massimo Bottura il direttore della Guida Michelin, Fausto Arrighi non era invitato. O almeno non lo abbiamo notato. Che fosse in incognito come i suoi ispettori? Su comunque, nel firmamento.
Sergio Giunti.
Grande vecchio dell’editoria italiana conquistato dalla visione del gastrocrate numero uno, Carlo Petrini, ha portato alla causa di Slow Food una poderosa bocca di fuoco: la prima catena italiana di librerie per numero di punti vendita. Il debutto al ballo della gastronomia non poteva essere più spettacolare. In salita.
Enzo Vizzari.
Stabilmente in sella alla direzione guide dell’Espresso malgrado i tagli della nuova dirigenza, proprio in questi giorni si è rappacificato con il direttore del settimanale, Daniela Hamaui. Riconquistando la sua rubrica dopo il ciclone Velenitaly, copertina e inchiesta dell’Espresso cui aveva reagito con orgoglioso sdegno. Celebrata da Striscia la Notizia, la dissociazione dai suoi giudizi di Livia Iaccarino del ristorante Don Alfonso di Napoli, gli ha consegnato un inatteso boom di popolarità tra i blog gastronomici. In salita.
Fulvio Pierangelini.
Le randellate di Striscia sono per lui una lontana eco. La Stella della Cucina non brilla più, si è spenta tra i comodi divani di un Hotel di lusso. Addolorati, non ci rimane che iscriverlo a un campionato diverso, quello dei Chi l’ha visto. Ma ogni sera, al riparo della nostra cameretta recitiamo fiduciosi: Fulvio, ritorna! Non giudicabile, purtroppo.
Federico Quaranta:
New entry nella gastrocrazia, alla Francescana il conduttore del programma Decanter di Radio Due, è stato personale valletta di Oscar Farinetti. E quando lui non era disponibile, di ogni altro potente che passava di lì. Un po’ di pudore non guasterebbe. Giù, fino a quando limiterà il suo prezzemolare al servizio di questo e quello. Piuttosto, si prendesse un po’ di tempo per migliorare il programma radiofonico.
Gianfranco Vissani.
Con Pierangelini il Golden Boy della Tradizione Gastronomica Italiana. Ma non dovevano essere loro a distruggere i cuochi molecolari a colpi di mestolo? “Non sanno cos’è una cucina” tuonava il Dio dei Fornelli! Si, i fornelli di Raiuno, però, che occupa ormai in pianta stabile. Giù, senza pietà.
Camillo Langone.
Invitato alla Francescana per solidarietà emiliana più che altro, lo scrittore che ha eletto Parma a città d’adozione, se non fosse per Giuliano Ferrara avrebbe già chiuso Maccheronica, la rubrica gastronomica che scrive per Il Foglio. Al momento parla di una sola guida, quella alle messe, e gli unici ristoranti che lo interessano sono clandestini. In discesa per sua richiesta.
Paolo Massobrio.
Uno dei pochi giornalisti “di peso” inseriti nella commissione Brambilla (Michela Vittoria) per il turismo enogastronomico. Cosa che gli consentirà di infoltire la collezione di foto-ricordo con potenti di ogni ordine e grado. Amato e protetto dalla Compagnia delle Opere, resiste insieme al collega Marco Gatti a ogni cambio della guardia. Parlando di ristoranti, è fuori dal giro dei critici che contano, si rifà con i giudizi sul vino, sempre molto rispettati. Non invitato alla Francescana ma con le spalle larghe. Sempre in salita.
Massimo Bottura.
La fetente incursione di Striscia la Notizia ha compattato il consenso intorno al cuoco modenese, ripagandolo in parte del torto che ha subito. Perfetto padrone di casa durante la cena del risarcimento è riuscito nell’impresa di riunire una fetta consistente della nuova gastrocrazia italiana. I colleghi capaci di fare altrettanto si contano sulle dita di una mano. In salita.
Eleonora Cozzella.
La sola giornalista della corazzata L’Espresso presente alla Francescana. Non il direttore delle guide, Enzo Vizzari, che ha sempre una parola buona per la curatrice del sito Food & Wine. Tantomeno l’inviata Licia Granello, una più molecolare di Adria, tendenzialmente, intervenuta a difendere Bottura da Striscia la Notizia con colpevole ritardo perché ahinoi, anzi: mon dieu, all’estero durante i fatti. La bella Cozzella, in salita.