Quando, ieri, ho letto dei 3 ragazzi russi con relative fidanzate, che al Billionaire di Porto Cervo hanno scolato 92 (novantadue) bottiglie di champagne Cristal da 900 euro l’una, una magnum da 3 litri della stessa marca e una di Chivas, promettendo di saldare gli 86.000 (ottantaseimila) euro del conto l’indomani, e invece chi s’è visto s’è visto, dissolti nel nulla, ho seriamente pensato alla chiusura del cerchio. Lele Mora è in carcere e anche Fabrizio Corona non si sente molto bene, Briatore lo si può sbeffeggiare come l’ultimo degli allocchi, ditemi voi cosa rimane della smargiassa cricca di manipolatori che ha agitato più d’una estate smeralda. Manca solo che tolgono la licenza da pianista di piano bar a Jerry Calà.
Ma la conferma che il confine tra essere popstar della movida ed essere barzellette è sottilissimo sta tutta nella nazionalità dei truffatori. Russi.
— Russi come i “nuovi barbari” che arricchiti dal boom del capitale dopo il flop del comunismo, hanno invaso i gioielli preziosi delle nostre coste al seguito di Abramovich e delle sue follie.
— Russi purchessia, malgrado la barbarie gustativa (Brunelli risolutivi allungati con l’acqua, Romanée Conti da 3.000 euro bevuti sulla pizza), conclamati minus habens della forchetta eppure sogno bagnato dei connazionali maneggioni in quanto estremamente milionari. Si sa no, che tra i diffusi caratteri italiani rientra il giocatore di roulette. Specie se russa.
— Russi come lo sprecone-pirata della strada che nel 2009 a Forte dei Marmi risarcì lo scuterista investito con 4000 euro in contanti.
— Russi come la scialacquatrice che sempre nel 2009, tra il Forte e la provincia di Massa Carrara, fuoriuscì dalla borsetta 15.000 euro in banconote da 500 per pagare il conto al ristorante: 10.800 euro. E il resto? Il resto mancia (4.200 euro).
— Russi come gli sciuponi che affittano una villa estiva in Versilia per 100.000 euro senza proprio sopraccigliare. Oppure se la comprano scucendo 20 milioni sull’unghia.
— Russi come gli sperperatori che per un tavolo al Twiga annessi e connesi (è la discoteca di Flavio Briatore e Daniela Santanchè) son disposti a lasciare — sailcielo perché — 15.000 euro cash.
— Russi come i dissipatori che, ancora a Forte dei Marmi, strapagano i romantici bagni a conduzione familiare per adattarli ai cafonismi dei loro connazionali, compresi i parcheggi per Humvee e Ferrari.
— Russi come gli spendaccioni che daranno a Samuel Eto’o 60 milioni di buone ragione per trasferirsi nell’Anzhi, ritirandosi prematuramente dal calcio che conta.
E ora la nemesi storica, i russi un tempo noti come “nuovi barbari” che rifilano il bidone al vecchio tycoon già provato dalla fine del lelemorismo.
Con il risultato che questi sei, forse ancora alticci mentre leggete il post, un po’ li si invidia. Per ragioni professionali, cos’avete capito. Preferire Cristal all’umile Dom Perignon (solo 720 euro a bottiglia) denota classe, altroche parvenu.
[Crediti | Link: Intravino, Corriere, Dissapore, immagine: Repubblica]