Chi è nella foto? Eva Herzigova nel Calendario Pirelli del 1998 firmato da Bruce Weber? No. Sbagliato. Trattasi di una foodblogger che sta per scrivere un post sulla perfetta cottura della pasta. Almeno così credono il portale generalista del provider Libero Affaritaliani.it e la sprovveduta collaboratrice Maria Teresa Melodia. L’articolo è stato ampiamente commentato dalla blogosfera. Non arriviamo primi, ma oggi è l’8 marzo perdinci, e un po’ di culi-e-tette ci stanno a fagiolo.
Perché di questo si tratta.
L’articolo vi consiglio di saltarlo a piè pari: banale, noioso, un concentrato di aggettivazioni.
Le protagoniste le conosciamo:
Sandra Salerno,
Sigrid Verbert,
Sonia Peronaci,
Chiara Maci.
E conosciamo anche tutto il resto: le fotogallery zozzone, lo sbrodolamento dei gelati, le fragole sempiterne mozzicate, il dito in bocca e lo sguardo assassino.
La giornalista ha risposto al malumore delle foodblogger:
“(…) Io sono l’autrice del pezzo, ma vorrei sottolineare che da collaboratrice esterna io mando ciò che scrivo al quotidiano Affari Italiani ed è poi la redazione che sceglie in autonomia le immagini, come avviene in gran parte delle testate… mi sembrava corretto specificarlo in virtù della professionalità che cerco di mettere in tutto quello che faccio. Un saluto maria teresa (segue faccina, ndr)”.
E’ sbagliato Maria Teresa, fattelo dire da una collega. Il controllo del pezzo è un dovere oltre che un diritto (anche da parte di un collaboratore) e poi il codice deontologico ci offre la possibilità di non firmare ciò che non condividiamo. Tu condividi? Anche perché il pezzo l’hanno rivisto i tuoi responsabili sai? Hanno tolto un po’ di foto, ritenute forse troppo offensive.
Stasera tante donne andranno con le amiche in qualche locale a farsi versare spumante in bocca da fustacci malpagati, infileranno, loro per una sera, denaro nelle mutande. Poi rimangono gli altri 364 giorni in cui il gioco è sempre impari, dove una donna su due in Italia vorrebbe essere Belen Rodriguez (ma vorrebbe avere anche Fabrizio Corona come fidanzato?), dove una trentenne sbandata pensa di essere al sicuro in caserma e invece viene violentata da uomini in divisa.
La questione non è la vanità, la seduzione, le foto ammiccanti, ma è l’occhio. Il problema è la grammatica del guardare. Tavole, uffici, tv, giornali, web sono vetrine di pezzi di corpi in mostra. Pezzi utili alla vendita di prodotti, all’indicizzazione di post. La pornografia è negli occhi di chi guarda ed è così che le donne di questo paese, poco alla volta , sono sparite, lasciando al loro posto immagini cartonate. Belle quanto volete, ma finte.
Qui sopra vedete le facce di quattro belle donne. Sono le foodblogger di cui sopra. Non valeva la pena corredare l’articolo di Affari italiani con i loro volti? Buon 8 marzo a tutte!
[Crediti | Link: Affari Italiani, Ma che ti sei mangiato, Un tocco di zenzero, Cavoletto di Bruxelles, Giallo Zafferano, Sorelle in pentola. Immagini: Affari Italiani, Google]