Sul gastrocosmo si è abbattuta la S. Pellegrino World’s 50 Best Restaurants, confidenzialmente 50 Best Restaurants, classifica mondiale dei ristoranti più o meno condivisibile (come tutte le classifiche) compilata dalla non proprio notissima rivista britannica Restaurant Magazine con le segnalazioni di 837 esperti, ognuno dei quali indica i suoi preferiti. Lunedi scorso l’abbiamo seguita in diretta, oggi diamo i voti all’edizione 2012 e alle reazioni di queste ore.
Noma è al N°1 della 50 Best Restaurants (in pratica è il ristorante migliore del mondo) per il terzo anno consecutivo. Voto 8.
Se ci chiediamo cosa cucinavano i ristoranti danesi quando è stato aperto il Noma, 8 anni fa, la risposta è: cibo francese e italiano. Ora invece sono sempre più quelli che cucinano alimenti locali. E al supermercato si vendono l’aglio selvatico e lo sciroppo di betulla. Il successo è enorme, nel ristorante di chef Rene Redzepi sono disponibili 22.000 posti all’anno, e nel 2011 c’è stato un milione di tentativi di prenotazione. Pertanto, accantonate circa 250 euro per le 24 portate del menu e per il vino e siate pazienti con la prenotazione.
Enzo Vizzari, direttore delle guide L’espresso, ha vivacemente polemizzato con la 50 Best Restaurants. Voto 7.
Riserve sul meccanismo di voto, regia delle lobby che pilotano i consensi, Chateaubriand, ottimo bistrot parigino ma pur sempre un bistrot, ripetutamente classificato come migliore ristorante di Francia. Enzo Vizzari sorprende per la gravità delle accuse, pur ripetendole identiche ormai da 3 anni, tra l’altro in aperto contrasto con le opinioni dei suoi colleghi di testata (Eleonora Cozzella e Licia Granello). Ma anche quest’anno ha trovato il modo di farci leggere una pagina dedicata alla cucina da Repubblica.
La 50 Best Restaurants maltratta delle superpotenze gastronomiche come Francia e Italia. Voto 5.
Seguendo in diretta la Best 50 Restaurants dicevamo che esiste in realtà una regola non scritta: far incazzare a morte i francesi. Nel 2012 la stessa sorte è toccata all’Italia, con soli 3 ristoranti tra i primi 50. E allora certe giustificazioni –classifica che sdrammatizza, sdogana, promuove i mercati emergenti– ci sono sembrate meno convincenti. Per spiegazioni rivolgersi a Cracco, Combal.Zero e Dal Pescatore, i 3 ristoranti italiani estromessi dalla classifica nel 2012.
Autorevolezza sì. La 50 Best Restaurants è autorevole quanto la guida Michelin. Voto 3.
Lasciamo stare, l’autorevolezza è un’altra cosa. Casomai capta rapidamente le tendenze in corso come, sempre in Francia fa la guida Le Fooding. Diciamo meglio: la 50 Best Restaurants punta molto sullo WOW factor, lo stupore, gli elementi di novità e le cose trendy. Molto modaiola, molto hollywoodiana, e come tale anche molto divertente.
Autorevolezza no. Una classifica che non rispetta i volori oggettivi non ha alcun valore. Voto 6.
Visto il numero dei votanti la 50 Best Restaurants prende i lati negativi sia del sondaggio pubblico (poca autorevolezza, alta sensibilità a influenze mediatiche, vince chi ha più amici ovvero chi riesce a comunicare meglio la propria immagine ai giurati) sia del gruppo ristretto (“i giurati” vengono guardati con sospetto dal pubblico). Però bravissimi gli inventori della classifica che si sono gettati a pesce in una nicchia scoperta diventando punto di riferimento mondiale anche per mancanza di concorrenza.
Il discorso di ringraziamento per il ristorante Noma è toccato al lavapiatti emigrato. Voto 10.
Anche una classifica di cui si sapeva tutto con molto anticipo può regalare emozioni. Per il discroso di ringraziamento del Noma si è presentato sul palco il lavapiatti immigrato Ali, che l’anno scorso non aveva partecipato alla premiazione perché il visto non era arrivato in tempo, finendo per questo sulle t-shirt indossate dallo staff del ristorante danese. Per lui standing ovation spontanea da parte del pubblico.
Crisi economica. Le guide ai ristoranti tradizionali sono fuori dal mondo. Voto 8.
Pare evidente che ci sia, almeno per alcune realtà, una valutazione del rapporto Qualità/Prezzo che ricorda un po’ lo spirito de Le Fooding, la guida francese autorevole senza essere formale. Esempio, gli ottimi posizionamenti di Le Chateubriand (50 Euro a cena) e del Momofuku Sssam Bar (dove il menu del pranzo è a 20$).
[Crediti | Link: 50 Best Restaurants, Dissapore, Gazzetta Gastronomica, immagine: 50 Best Restaurants, The food people]