La busta paga dell’uomo supera abbondantemente i 10mila euro netti al mese, essendo composta non solo dall’indennità parlamentare, come i più infingardi dei suoi colleghi vorrebbero farci credere, ma da altre competenze il cui ammontare, da solo, supera i 7mila euro netti. A parte che, non per sottolineare una certa inadeguatezza, ma la maggior parte di noi sta ancora chiedendosi come uno così possa diventare ministro, a parte questo, dicevo, in quanto senatore della Repubblica l’uomo gode di altri privilegi.
Per dire, malgrado i suoi ricavi, largamente superiori alla media dei comuni mortali, ha diritto di pagare un caffè al bar di Palazzo Madama 70 centesimi. Non per fare qualunquismo un tanto al chilo, ma quanto lo pagate voi?
La lista è lunga: il cappuccino un euro, il cornetto 80 centesimi, il succo di frutta un euro, la pizza bianca ripiena di mozzarella e prosciutto 2,50 euro, la pizzetta rossa 1,50 euro, un porzione di frutta 50 centesimi, supplì, crocchette e arancini un euro, il tramezzino 2 euro, l’analcolico 1,50 euro, l’aperitivo alcolico due euro. Questo perché alla buvette del Senato, al contrario della Camera, dove i prezzi restano comunque convenienti rispetto ai caffè del centro storico di Roma, il listino non è ancora cambiato.
Ieri, l’uomo ha occupato buona parte della sua assai retribuita giornata per presentare un’interrogazione al presidente del Consiglio, Mario Monti. Voleva sapere se a capodanno si fossero tenuti dei festeggiamenti a Palazzo Chigi, il numero degli invitati, se tra questi figurassero persone care al presidente, e ovviamente, i costi della serata. Inevitabile conclusione, visto l’atto inopportuno verso i cittadini in un momento di crisi, la richiesta di dimissioni.
La persona saggia che, incidentalmente o meno, svolge oggi il ruolo di presidente del Consiglio, ha usato il registro dell’ironia per rispondere direttamente dal sito del governo.
Cena di natura privata, una decina di persone tutte di famiglia, oneri sostenuti da Mario Monti, la moglie Elsa che ha provveduto personalmente a preparare e servire in tavola la cena, oltre a fare la spesa – tortellini, cotechino e lenticchie – presso alcuni negozi di Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie). Oneri lievemente superiori a quelli abituali sì, ma per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.
Ora, il vago senso di nausea che fatico a contenere mi impedisce di trovare un finale adeguato a questo post. Però, su Twitter, dove in pochi minuti l’hastag #cotechinoelenticchie è balzato al primo posto della classifica italiana dei trend, il messaggio più rilanciato appartiene al telecronista di Italia1, Guido Meda. Dice: “Presto volentieri il mio cognome a Calderoli e gli regalo anche una ‘R’, poi li usi come meglio crede per la sua figura”.
Serve aggiungere altro?
[Crediti | Link: Repubblica.it, Corriere.it, Twitter]