Bere una bevanda zuccherata a scuola tra un’ora di latino e una di matematica?
Cari studenti, toglietevi la voglia in questi ultimi tempi, perché dalla fine del 2018 trovare un distributore che eroghi aranciata o Coca-Cola negli istituti scolastici superiori sarà impossibile.
E nemmeno vi servirà l’iscrizione a una scuola francese o tedesca, perché le bibite zuccherate saranno bandite da tutte le scuole dell’Unione Europea.
Più dolce è la bevanda zuccherata più tasse paga la multinazionale.
La scelta, su base volontaria, è una tappa importante decisa da Unesda, l’industria europea dei produttori, nello sforzo di contribuire a ridurre l’obesità, e l’impegno dei produttori è quello di ridurre di un ulteriore 10% il quantitativo di zucchero delle bevande entro il 2020, in aggiunta al taglio del 12% già realizzato dal 2000 al 2015.
Una decisione presa anche perché diversi paesi e alcune città americane come San Francisco e Philadelphia, hanno aumentato le tasse sulle bevande dolci per scoraggiarne il consumo. L’aumento del prezzo funziona, afferma l’Organizzazione mondiale della Sanità: un consumo minore di bevande zuccherate può ridurre obesità, diabete di tipo 2 e carie.
Quanto zucchero c’è nei nostri drink?
I produttori di soft drink, tra cui Fanta, Coca-Cola, Pepsi, Schweppes, Lipton e Sprite, che sostituirà aranciata e vari tipi di cola con bevande senza zucchero o ipocaloriche, oltre all’acqua, si sono anche impegnati a non vendere alcun tipo di bevanda zuccherata nella scuole primarie, e a limitare la pubblicità dei propri prodotti nei canali televisivi dedicati ai minori di 12 anni.
[Crediti | Link: La Stampa]