Va bene: ho la reattività del bradipo della motorizzazione di Zootropolis, lo ammetto. Cioè, la notizia che in molti hanno titolato più o meno così –“Come ha fatto l’Italia a diventare il Paese più sano del mondo” (questo nello specifico è di Dissapore)– è di lunedì.
Son passate tipo centoventi ore. Ci ho messo centoventi ore a trovare qualcosa da dire (diciamo 96 ché lunedì stavo male e infatti questa rubrica non è uscita).
E sapete perché? Perché –sfidando i numeri, la scienza, il positivismo, la notorietà di Bloomberg che è l’ente che realizza il “Global Health Index”– a me questa scoperta fa l’effetto della Corazzata Potemkin su Fantozzi: mi sembra una cagata pazzesca.
Oh, non metto in dubbio, tutta scienza.
I Bloomberghiani hanno tenuto conto d’un sacco di variabili –aspettativa di vita, causa di morte, rischi per la salute come la pressione alta, consumo di tabacco, disponibilità di acqua pulita e rischio di malnutrizione– e ciononostante mi pare comunque una cagata pazzesca.
Come quando arrivi in Liguria il 15 agosto, ci sono centomila persone in tre metri di bagnasciuga, quaranta stabilimenti balneari che producono rifiuti peggio di Jabba The Hutt, i pannolini che galleggiano e lassù sventola, solenne, la Bandiera Blu.
Il segreto del nostro benessere, leggo sul Corriere, è “l’alimentazione ricca di verdure e condita con olio extravergine d’oliva –a-ha, ochei– e il gran numero dei medici”.
Ed ecco qua, attenzione, la botta di scientificità tipicamente anglosassone: “L’Italia ha persino un eccesso di medici –spiega Tom Kenyon, medico e amministratore delegato dell’organizzazione mondiale Project Hope. Non a caso, una delle serie televisive più durature e seguite è chiamata “Un medico in famiglia”.
Hai capito Tom, che fior di eminenza! Mi aspetto una ricerca che sancisca che andiamo spesso in bici (Don Matteo), amiamo il mare (Montalbano) e pratichiamo l’economia alternativa (Gomorra).