E’ giusto aggiungere al conto di una cena al ristorante 5 euro di servizio vino? No, non è giusto. Così come non è giusto pagare il coperto (spesso apparecchiato con tovagliette di carta, bicchieri di plastica e tovagliolini di carta sfoglia cameriere arrogante e immusonito dalla vita).
Lo racconta il blog Parliamo di vino. Alla fine di una cena poco soddisfacente, a Montalcino, si è visto aggiungere 5 euro di servizio vino. La paga del sommelier. Oltre al coperto e ai prezzi decisamente poco amici, come 13 euro per un piatto di tagliatelle. Non c’è Toscana che giustifichi 13 euro per un piatto di pasta in bianco, cam’on.
E’ doveroso fare delle distinzioni.
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Soprattutto nell’estero angloglotto, può capitare di andare al ristorante con una bottiglia di vino portata da casa. I cultori spesso non amano la scelta che si trova al ristorante, per qualche ragione: può non piacere. O semplicemente hanno quella bottiglia di Riesling Auslese in casa e la vogliono abbinare al foie gras al miele di castagno servito su di un crostino al burro salato tanto buono del ristorante.
Capita.
In anglolandia (Regno Unito e Stati Uniti) c’è sempre un tale rispetto per la libertà del cliente. Diversamente da altre culture: la peggiore è la francese di Parigi, la burocrazia se la trascina anche a tavola (“questo si può fare, questo non si può fare”: non sto parlando della liberalizzazione delle droghe leggere, ma di accostamenti enogastropunk o illegittime variazioni dei menu).
Gli italiani: dipende da quanto sono ladri i ristoratori (e potrebbe essere una massima generale).
In tal caso si fa pagare il servizio vino: bicchieri, sommelier che stappa la bottiglia, cavatappi. Costa poco più di 5 dollari, 5 sterline, e nel caso del malcapitato di Montalcino, 5 euro. Con la differenza che la bottiglia aperta proviene dalle cantine del ristorante.
E il cerchio (tristemente) si chiude.
[Crediti: Link e immagine: Parliamo di vino]