Dopo le precedenti puntate della piccola guida ai ristoranti costieri (qui, quo, qua) poteva mancare il litorale toscano ? Certo che no, ma non aspettatevi la Versilia (peraltro già analizzata) e nemmeno quella che io chiamo la Toscana dei romani cioè Capalbio e l’Argentario. Oggi parliamo del tratto che va da Pisa a Piombino, invasa dalle cavallette (leggi: turisti giornalieri) nei week-end estivi e che, oltre alle note località rivierasche, cela ben nascoste, calette e spiagge da sogno. Fra i milioni di punti di ristoro ne abbiamo scelti alcuni, a voi lettori la inderogabile integrazione.
I SAPORI DI SAN VALENTINO
Via Provinciale 86 – Montescudaio (PI) tel. 0586 651990
Luigi e Mirella hanno aperto ormai da tre anni nel bel borgo di Montescudaio, (entroterra di Cecina) questo locale con pochi tavoli all’interno e una veranda ombreggiata dove ristorarsi dal caldo straziante di questi giorni. Spesso la clientela è straniera e richiede i soliti classici maremmani (buoni peraltro) come la pappa al pomodoro, le carni e gli affettati da urlo (Parisi docet). Ma se date mano libera alla chef e all’esperto sommelier potrete assaggiare anche piatti diversi e vini super; ricordo fra tutti un ottimo baccalà alla portoghese e una lasagnetta al ragù bianco di faraona sfiziosa accompagnati dai grandi tuscans. Prezzo sui 30 euro.
LUNASIA c/o Green Park Resort
Via delle Magnolie, 4 loc.tà Calambrone – Tirrenia (PI) tel. 050 3135711
La provincia di Pisa, sia litorale che interno, non brilla certo per ristoranti gurmè fatta eccezione per questo Lunasia, posto in un curioso (e lussuoso) hotel di Tirrenia, ex vecchia scuola del ventennio. Ormai da anni la cucina è nelle manone dello chef Luca Landi, eclettico e creativo nonostante le esigenze di una clientela anche alberghiera. Creazioni come il dentice alla lisca “pensando alla cucina thailandese” per le spezie usate o la vitella.. “dalla testa ai piedi” (testina, rognone, animelle) sono piatti che non si trovano spesso da queste parti. Cucina a vista, ottimi pani e olii, ricca carta dei vini e conto che non scende sotto gli 80 euro, comunque ben spesi.
GAMBERO ROSSO
Piazza della Vittoria, 13 – San Vincenzo (LI) tel. 0565 701021/
Fa un certo effetto inserire fra comuni mortali il locale che fu il regno di F.P. sempre ai vertici delle guide nostrane. Da poco più di un mese è stato riaperto coraggiosamente dalla moglie Emanuela con un giovane chef, Lorenzo Lunghi, ex allievo del Maestro ma, don’t worry, niente passatine! I piatti che escono dalla cucina hanno una loro personalità e la mano è felice negli antipasti (buona l’insalata di mare nonostante la banalità del nome) e nei secondi (particolare un baccalà con purea di fagiolini), un po’ meno nei primi, sicuramente da equilibrare nei componenti. Superlativi i salumi che provengono dalla tenuta di Fulvietto Pierangelini. Carta dei vini per ora minimal e piatti (intesi come stoviglie) migliorabili. Conto abbastanza alto, sui 100/110 euro.
VYNO IN FORTEZZA
Piazzale dei Marmi – Livorno tel. 0586 881753
Trasferitosi da poco nella Fortezza Vecchia, questo ristorante garantisce una varietà di prodotti insoliti a Livorno, città dedita quasi esclusivamente al cacciucco. Un’ampia scelta di formaggi (stracchino rotondo, bagoss) e insaccati particolari (lonza, Patanegra, lardo di Arnad) e pure qualche piatto tradizionale (di terra) come i testaroli o i ravioli alle melanzane. Costo intorno ai 40 euro. Cantina ricercata per un locale da provare.
IL DORETTO
Via Pisana Livornese, 32 – Cecina (LI) tel. 0586 668363
Diventato ormai il primo ristorante di Cecina superando di slancio lo Scacciapensieri ex top 10 in Toscana negli anni “80, la casa di campagna dello chef Mirko Rossi fa del pesce fresco la sua bandiera. Ottimi fra gli antipasti le crudità e lo spiedino di gamberetti su letto di funghi porcini, fra i primi gli spaghetti alla chitarra con vongole veraci, filetti di tracina e pomodorini. Peccato per quella declamazione a voce del menù che non aiuta nella scelta. La spesa, di circa 65 euro, non risentirà comunque di questa pecca. Ambiente raccolto ma piacevole, carino l’esterno. Se ci riuscite, evitate il sabato sera: con il locale pieno il servizio si allunga. Buona carta dei vini con diversi champagne (bonus).
Piccola guida Twitter-style | Livorno: Sottomarino, tradizione labronica, si viene per il cacciucco, trascurare i primi (cari), il proprietario percula: non preoccupatevi, a Livorno si fa così. Ciglieri, mah ! notizie contrastanti, 80 euro sono tanti ma cucina e servizio buoni, ambiente piacevole, l’Ardenza è comunque una bella zona. Caffè Mamà, icchè c’entra un bar/pasticceria ? ma se è il regno della Loretta Fanella c’entra eccome ! dolci monoporzione da urlo ma anche primi e secondi, chiuso domenica. Piombino: Il Garibaldi innamorato, trattoria semplice, pesce azzurro a volontà, zuppa còrsa uber alles, buona scelta di vini, prezzo modico. Il Lucumone, a Populonia, sottovalutato ma affidabile, pesce fresco, la location e il sottostante mare di Baratti valgono il viaggio, vini così così. Suvereto: La Pergola da Ghigo, il luogo è notevole, spesa esigua, piatti maremmani di carne e pesce, anche pizza ma il must è la chianina. Enoliteca Ombrone, un tempo, a Grosseto città, famoso per i mille olii, da più di 15 anni trasferito qui, è sempre un buon indirizzo ma i 50 euro dell’addition si fanno sentire.. Guardistallo: Mocajo, elegante ristorante fra Volterra e Cecina, ottimo rapporto q/p, interesting la carta dei vini, da provare il ponce freddo.